Al via il progetto pilota della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e della Comunità di Sant’Egidio: un visto umanitario per un migliaio di profughi
Il presidente della FCEI, pastore Luca Maria Negro: “Una buona pratica per l’Italia e per l’Europa. Il fatto che questo accordo con le autorità giunga alla viglia della Giornata internazionale del migrante è davvero una felice coincidenza”
La sperimentazione avverrà nel quadro del progetto FCEI di Mediterranean Hope
Semaforo verde per il progetto-pilota sui corridoi umanitari di Mediterranean Hope, portato avanti dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio. Dopo mesi di preparazione e di dialogo costruttivo con le autorità interessate, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, le due organizzazioni hanno annunciano l’avvio di un progetto teso ad aprire dei corridoi umanitari dal Libano, dal Marocco e dall’Etiopia. Prevista l’accoglienza di un migliaio di profughi che grazie al rilascio di visti per motivi umanitari potranno entrare in sicurezza sul territorio italiano. Il progetto, che ha una forte dimensione ecumenica, è in larga parte finanziato dall’8 per mille valdese, e pertanto senza oneri per lo Stato.
Grazie ad un accordo tra FCEI, Sant’Egidio e Tavola valdese con le autorità responsabili, da oggi può partire il progetto che per la prima volta eviterà ai profughi di rischiare la loro vita nei viaggi della disperazione.
Soddisfazione per il risultato raggiunto è stata espressa dai presidenti della FCEI e di Sant’Egidio, rispettivamente pastore Luca Maria Negro e Marco Impagliazzo, che hanno sottolineato l’assoluta novità del dispositivo, il quale può costituire un modello per altri paesi dell’area Schengen.
“Si tratta di una buona pratica per l’Italia e per l’Europa. Il fatto che questo accordo giunga alla viglia della Giornata internazionale del migrante è davvero una felice coincidenza. Ringraziamo le autorità italiane – ha affermato il pastore Negro – per l’attenzione con cui hanno accettato di valutare la proposta di aprire corridoi umanitari per profughi e soggetti vulnerabili attualmente concentrati in Marocco, Libano ed Etiopia. E ringrazio la Tavola valdese per il generoso sostegno che essa ha garantito al progetto, sin dalla fase di ideazione quando ci sembrava di dover scalare una montagna. Non siamo ancora in cima – lo saremo all’arrivo dei primi profughi – ma siamo ad una tappa importante nella quale, da credenti, ringraziamo il Signore per averci guidato e sostenuto sin qui”.
Il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, per parte sua ha dichiarato: “Ieri abbiamo apposto una semplice firma, ma è il frutto di centinaia di migliaia di altre firme di contribuenti italiani che hanno deciso di destinare il loro 8 per mille alle Chiese metodiste e valdesi. Dietro l’accordo c’è anche l’azione diaconale delle nostre chiese, l’impegno di tante comunità , di tanti uomini e di tante donne che già accolgono centinaia di profughi. Con l’apertura dei corridoi umanitari il nostro impegno per l’accoglienza si farà ancora più alto e siamo lieti di condividerlo ecumenicamente: un segnale importante della nuova stagione ecumenica che stiamo vivendo”.
Tratto da NEV – Notizie evangeliche del 16 dicembre 2015