La bontà e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate (Salmo 85,10), queste parole della Scrittura esprimono perfettamente l’atmosfera e il tenore della consultazione teologica promossa dalla Chiesa evangelica tedesca insieme all’Opera evangelica per la pace (Evangelische Friedensarbeit) e dalle accademie evangeliche di Villigst e di Berlino. Già il luogo scelto per questo evento è fortemente simbolico. Si tratta della Bonhoeffer Haus, un’opera diaconale della Chiesa Evangelica di Berlino e Brandeburgo. Negli anni della cortina di ferro in questo centro evangelico nel cuore di Berlino (all’epoca nella parte Est) si svolgevano incontri tra rappresentanti delle chiese dell’Est e dell’Ovest. Il 7 dicembre 1989 nella sala principale del centro si tenne la prima sessione della cosiddetta tavola rotonda vide riuniti insieme i movimenti d’opposizione e il governo della Repubblica Democratica Tedesca. Con questa tavola rotonda iniziò il processo pacifico di riunificazione delle due parti della Germania.
Due relatori principali hanno dato una serie impulsi per i lavori nei gruppi e nelle sessioni plenarie, Agnes Aboum e Tobias Faix. Agnes Aboum, originaria della Kenya, moderatora del Comitato Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese ha tracciato una fortemente ecumenica sulla questione della pace. La pace giusta non può essere ottenuta attraverso la chiusura delle frontiere e il rinforzo dei dispositivi militari di sicurezza. Le migrazioni sono un fenomeno naturale da governare sul piano globale e non un’emergenza da fronteggiare localmente. Il cristianesimo nella sua duplice dimensione locale e globale può e deve rispondere concretamente alla chiamata di testimoniare concretamente la pace giusta. Queste tre tesi sono il sunto dell’intervento della moderatora Aboum che ha suscitato un lungo e vivace dialogo con la relatrice, dando una forte impronta a tutti i lavori della consultazione.
Tobias Faix, tedesco, professore di teologia pratica all’Università dell’YMCA con sede a Kassel ha presentato una brillante interpretazione teologica delle teorie sociologiche di Charles Taylor riassunte nel volume L’età secolare. Qual è la principale missione di ogni singola chiesa locale e della Chiesa di Gesù Cristo nel suo insieme? Annunciare e vivere concretamente il superamento di ogni forma di violenza, il superamento che si manifesta nella croce e nella risurrezione di Gesù Cristo, risponde Faix. La secolarizzazione (o più precisamente la scristianizzazione) dell’Occidente è in fondo il processo positivo che stimola le chiese a “non costruire i ponti laddove non scorrono più i fiumi”. La costruzione dei nuovi ponti, magari meno raffinati dal punto di vista architettonico ma più in linea con le esigenze reali della società deve dunque poggiare sul un solido fondamento della meditazione della Parola e di una vita comunitaria sperimentata quotidianamente.
Dai lavori svolti in plenaria sono emerse riflessioni e proposte particolarmente stimolanti. In riferimento al prossimo cinquecentenario della Riforma è emersa la considerazione che nei cinque secoli scorsi, di fatto, nel mondo intero non c’è stato nemmeno un solo giorno di pace giusta. Naturalmente la colpa non è della Riforma come tale, tuttavia le Chiese della Riforma hanno oggi il compito di far sì che nei secoli a venire la pace giusta diventi realtà . Nella sessione plenaria conclusiva è emersa invece la centralità della chiesa locale nel processo della trasformazione dei conflitti. Non è importante la consistenza numerica della comunità . Ciò che conta è la determinazione nell’agire non violento dentro e fuori dei locali comunitari.