Al via la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Torre Pellice, 17 Gennaio 2020
Ritorna, anche quest’anno, la consueta Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC) che si terrà dal 18 al 25 gennaio sul tema tratto da Atti 28, 2: “Ci trattarono con gentilezza”. Le chiese valdesi e metodiste sono attive in numerose iniziative riguardanti questo importante evento ecumenico promosso congiuntamente dalla Commissione fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. “Una storia di divina provvidenza e al tempo stesso di umana accoglienza: è quella che ci propongono le Chiese cristiane di Malta e Gozo, che hanno preparato il materiale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno” si legge nel documento SPUC. Il materiale della Settimana è introdotto, da parte protestante, dal presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro. Nel documento introduttivo si fa riferimento alle diverse iniziative delle chiese per l’accoglienza dei migranti, fra cui il Manifesto per l’accoglienza FCEI e il progetto ecumenico dei corridoi umanitari.
Alla vigilia di questa Settimana di condivisione e riflessione, la moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, ha rivolto un messaggio ai membri delle chiese cristiane in Italia che riportiamo qui di seguito:
“Cari fratelli e sorelle di tutte le chiese cristiane in Italia,
viviamo con emozione grande, all’inizio di questo nuovo anno, l’avvio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, coltivando nel cuore la speranza di un tempo di profonda condivisione, che accenda un faro luminoso capace di illuminare la giusta rotta in un mondo reso sempre più inquieto da divisioni, odi laceranti e spaventosi venti di guerra.
Vedo il soffio potente dello Spirito nella scelta compiuta dalle Chiese cristiane di Malta di un testo guida come quello di Atti 27-28: un racconto ambientato al centro del Mar Mediterraneo, nel quale è facile entrare ed identificarsi, in particolare nei Paesi che dalla storia hanno imparato a chiamare questo mare “nostrum”, per vivere un’esperienza di svelamento della rovinosità di una competizione fra esseri umani che cercano ciascuno salvezza a scapito di quella degli altri; ed invece della forza della condivisione di coloro che si riconoscono “sulla stessa barca”, dell’aiuto reciproco come risorsa affinché “tutti” possano arrivare a terra sani e salvi e dell’ospitalità generosa come attitudine evangelica per eccellenza ed elemento centrale di un autentico spirito ecumenico.
Prego che i momenti di preghiera, riflessione biblica, celebrazione vissuti insieme a confronto con una Parola tanto potente e suggestiva possano aprire tutti i credenti uniti dalla comune fede nel nostro Signore Gesù Cristo ad una conversione profonda, che alimenti il desiderio di un cammino di fraternità che prosegua nel corso di tutto l’anno fra chiese e parrocchie vicine e rafforzi la collaborazione nel comune impegno in favore dei minimi e per una società più giusta e solidale”.