Giovedì 1° giugno si è concluso a Berlino un progetto di formazione teologica denominato GETI-17 – Global Ecumenical Theological Institute -, promosso dalla Missionsakademie – l’Accademia di studi missionari – di Amburgo. Il numero 17 si riferisce ovviamente all’anno 2017. Per due settimane 130 studenti, 24 docenti e 6 relatori di rilievo internazionale si sono confronti sulle sfide teologiche della società di oggi. Tra i relatori Heiki Huttunen, segretario generale della Conferenza delle Chiese Europee (KEK), Heinrich Bedford Strohm, presidente della Chiesa Evangelica in Germania (EKD) e Corinne Lanoir, decana della Facoltà di teologia protestante di Parigi, già direttrice del Centro Ecumenico di Agape (Prali).
La prima sessione del GETI ebbe luogo nel 2013 a Busan (Corea del Sud) durante l’Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese (WCC). Sono stati alcuni docenti e studenti del GETI-13 a lanciare l’idea di ripetere tale incontro a Berlino in occasione dei cinquecento anni della Riforma e del Kirchentag 2017 (giornate delle chiese evangeliche tedesche). La Facoltà valdese di teologia è stata coinvolta in questo progetto sin dal 2015. Infatti due studentesse della Facoltà, Sophie Langeneck e Angelita Tomaselli, hanno partecipato al seminario intensivo di Berlino confrontandosi con argomenti di enorme importanza anche per il nostro piccolo universo protestante italiano.
Una società che si sta trasformando con una velocità mai vista prima, una chiesa in movimento e una teologia che ha bisogno di riformarsi abbastanza radicalmente, sono stati i principali argomenti di studio e di dibattito. Durante il lavoro nei gruppi ma anche nelle sessioni plenarie sono emerse chiaramente le dimensioni ecumenica e globale del progetto. Ecumenica, perché tra le persone presenti (protestanti, cattolici, ortodossi, pentecostali ed evangelicali) spesso si creavano convergenze al di là delle apparenti barriere dottrinali. Globale, perché le divergenze non di rado erano legate a diverse esperienze di vita fatte in contesti culturali e sociali talvolta diametralmente opposti. Ecco un esempio particolarmente significativo sulla questione della povertà. Una persona senza tetto e senza alcun mezzo di sostentamento che vaga tra le strade di Berlino ha le possibilità di accesso all’assistenza sociale e alle cure mediche notevolmente superiori rispetto a una famiglia di impiegati od operai che vive una metropoli asiatica o africana. L’esempio non è casuale perché i lavori del GETI si sono svolti nei locali della Missione Cittadina (Stadtmission) della Chiesa evangelica di Berlino e Brandenburgo, un’opera diaconale che da più di un secolo svolge nella capitale tedesca un eccellente lavoro di aiuto nei confronti delle persone emarginate e svantaggiate.
Il seminario intensivo GETI-17 si è concluso ma non è ancora terminato il lavoro di chi ne ha preso parte. Le studentesse e gli studenti hanno adesso due mesi e mezzo per preparare le loro tesine finali, il corpo docente deve prepararsi alla loro valutazione e – finalmente – a metà ottobre arriveranno i crediti formativi certificati dall’Università di Berlino (Humboldt). Rimarrà attivo, almeno per il prossimo anno accademico, il ricco e interessante sito www.geti-17.de. Intanto è già pronto il progetto GETI-18 che si terrà ad Arusha (Tanzania) dal 5 al 18 marzo 2018 in occasione della Conferenza missionaria mondiale promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese.