La comunione tra Gesù e Colui che lo ha mandato si estende a chi è chiamato e chiamata a testimoniare
Gesù dice ai suoi discepoli: “chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato”.
(Luca 10,16)
Gesù si rivolge ai discepoli pronti ad andare in missione e lo fa con parole che sottolineano insieme la responsabilità e la comunione.
Il messaggio da portare è semplice e chiaro, Gesù stesso lo ricorda poco prima: “Il regno di Dio si è avvicinato a voi” (Lc 10,9). Eppure queste poche parole possono essere molto difficili da pronunciare perché non possono essere dimostrate razionalmente o dall’evidenza, ma devono essere inserite in un percorso di fede e riconosciute nella prospettiva della speranza.
L’avvicinarsi del Regno di Dio è infatti un messaggio concreto, incarnato, è una persona: Gesù. Non solo i suoi insegnamenti, un pacchetto di conoscenze da studiare e imparare a memoria, ma l’opera di salvezza compiuta in lui, da accogliere nella fede, lasciandosi raggiungere dalla grazia che rinnova e dona una speranza certa. Non solo parole, ma vita; non solo pensieri nuovi, ma relazioni nuove; non definizioni, ma amore, giustizia, pace.
Una grande responsabilità che però non ricade tutta sui messaggeri perché è lo stesso messaggio, Gesù, a sostenere e guidare nella testimonianza.
Quindi se all’ascoltare e all’accogliere corrispondono il parlare e l’offrire, rifiutare e respingere i messaggeri significa rifiutare e respingere lo stesso Gesù e Colui che lo ha mandato. La comunione tra Gesù e Colui che lo ha mandato si estende a chi è chiamato e chiamata a testimoniare: anche questo è segno certo del Regno vicino.
