Atti del SinodoPace, ambiente, migrazioni

VISTI DI INGRESSO IN ITALIA

Il Sinodo,

  • consapevole di come la situazione mondiale continui a spingere l’Europa (e non solo) a una costante e sempre più discriminante chiusura delle frontiere, dipingendo con tali atti un’illusoria sensazione di sicurezza per un’opinione pubblica che viene spinta strumentalmente a richiederla a gran voce;
  • consapevole di come tale crescente chiusura renda sempre più complicato, umiliante, burocratico e soprattutto discrezionale l’ottenimento di normali permessi di soggiorno, anche solo per brevi periodi;
  • consapevole di come enti e istituti delle nostre chiese che lavorano anche in contesto internazionale, registrino oramai la quasi impossibilità di superare tali chiusure, per ottenere visti e permessi per pastori, studenti, volontari, oratori, partecipanti ai campi, provenienti da paesi extra-Schengen, per partecipare alla vita delle nostre chiese;
  • ribadisce la propria convinzione che la dimensione universale della fede e dell’amore non possa consentire alcun tipo di paurosa chiusura;
  • denuncia a gran voce tale situazione, ricordando che la chiusura non offre sicurezza ma un isolamento pericoloso, impoverente e comunque illusorio, che la disperazione di quanti spingono alle nostre frontiere non deve e neanche può essere esclusa e che tale atteggiamento miope finisce solo per aumentare tale disperazione, che finisce poi, a prezzo di numerose vite umane, per aprirsi comunque un varco;
  • denuncia la discrezionalità delle nostre leggi, che non offrono a tutte le confessioni religiose (che siano o meno firmatarie di un’intesa con lo Stato italiano) le medesime possibilità di ottenere visti per motivi religiosi;
  • denuncia il fatto che non sia prevista in nessuna maniera la possibilità di ottenere visti per motivi di volontariato o simili, il che dimostra anche nella tipologia dei visti dei nostri paesi una mentalità volta unicamente al profitto e al mercato;
  • invita la Tavola valdese a proseguire a fare pressione negli ambiti ministeriali adeguati per denunciare tale situazione;
  • invita le chiese a continuare a muoversi nella loro opera di denuncia delle campagne fobiche che avvelenano l’opinione pubblica e a continuare a trovare e mettere in atto campagne efficaci contro la paura del diverso e dello straniero.
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