Il Sinodo,
preso atto della crisi operativa determinata dai tagli operati dal Governo alle risorse economiche del servizio civile nazionale nel prossimo triennio 2009-11, si unisce alla campagna di mobilitazione per salvare il servizio civile nazionale, poiché ritiene che esso sia un patrimonio da promuovere e difendere
perché la pace, assieme alla giustizia e all’integrità del creato, richiama alla vocazione principale dei singoli credenti e delle chiese cristiane;
perché ha sempre riconosciuto il valore dell’obiezione di coscienza al servizio militare e l’impegno degli obiettori di coscienza nella società civile;
perché la giustizia sociale si realizza attraverso la partecipazione responsabile dei singoli cittadini e il servizio civile è un’ottima occasione per imparare a praticarla nella dimensione della cittadinanza attiva;
perché la testimonianza delle chiese si realizza anche adoperandosi per la formazione delle nuove generazioni e il servizio civile rappresenta un ponte per molti giovani verso il mondo del lavoro, dell’impegno sociale e la presa in carico delle responsabilità;
perché la democrazia si realizza concretamente solo quando le opportunità di formazione e crescita sono equamente distribuite e praticamente realizzate.
Per questo il Sinodo chiede alle chiese di sostenere la campagna per la difesa del servizio civile, promossa dalla Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC) cui aderiscono, oltre alla CSD Diaconia valdese, Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi, Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cenasca-Cisal, Cesc, Cnca, Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong. P.S.D.P. Ist. Don Calabria, Italia Nostra, Federsolidarietà/CCI, Focsiv, Legacoop, Scs/Cnos, WWF, Associazione Papa Giovanni XXIII, UNPLI.