Il Sinodo, richiamate le proprie precedenti prese di posizione sul tema dello studio del fatto religioso e delle sue implicazioni nella scuola pubblica italiana (in particolare quelle di cui all’atto 30/SI/2006),
denuncia ancora una volta come l’insegnamento confessionale della religione cattolica (IRC) nella scuola pubblica italiana non avvenga nel rispetto della libertà di coscienza e di religione, del principio di laicità e aconfessionalità dello Stato (riconosciuto dalla Corte Costituzionale come supremo principio costituzionale) e, in ordine alla scuola dell’infanzia e dell’obbligo, della responsabilità educativa dei genitori, come dimostrano, tra numerosi altri episodi e iniziative:
- la reiterazione, con l’OM n. 30 del 10 marzo 2008 (art. 8, commi 13-14), della attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono dell’IRC, discriminatrice nei confronti di coloro che scelgono di non avvalersi di tale insegnamento, dal momento che corsi alternativi e programmi organici per lo studio individuale sono, nella prassi, quasi inesistenti, sicché un credito scolastico per tali attività, teoricamente possibile, non potrà, di fatto, essere riconosciuto a tale titolo;
- l’emanazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione della circolare n. 45 del 22/04/2008 (“Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione relativamente all’insegnamento della religione cattolica), che in sostanza accoglie il documento, elaborato dalla CEI, contenente il progetto di revisione delle Indicazioni didattiche per l’IRC, «al fine di armonizzare la collocazione di questa disciplina nel nuovo impianto curricolare della scuola dell’infanzia e delle scuole del primo ciclo», e di «consentire anche all’IRC di inserirsi adeguatamente nei piani dell’offerta formativa che le scuole stanno attualmente redigendo per il prossimo anno scolastico», sicché non si è ormai molto lontani dallo spirito dell’art. 36 del Concordato del 1929 («l’Italia considera fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica») e si è sempre più disarmonici rispetto all’ispirazione di fondo della Costituzione repubblicana;
approva l’operato della Tavola in questa materia e la invita a proseguire, insieme a tutte le nostre chiese locali, in una vigorosa azione di difesa della laicità della scuola pubblica italiana;
segnala l’iniziativa presa dalla nostra chiesa metodista di Savona, insieme ad altri enti ed associazioni, che ha promosso un’indagine qualitativa denominata “quale laicità nella scuola pubblica italiana” nelle province di Savona, Genova, Alessandria, Asti, Bari, Foggia, Taranto, Matera, sulla situazione della scelta, in aree non cattoliche, fra l’avvalersi e il non avvalersi dell’IRC nella scuola dell’infanzia e dell’obbligo, il cui “report” costituirà nel prossimo autunno una pubblicazione a stampa di cui si auspica la diffusione;
incoraggia l’Associazione 31 Ottobre per una scuola laica e pluralista a proseguire nella propria azione a difesa della laicità della scuola.