Il Sinodo, riconoscendo che la lotta per la giustizia sociale, nell’annuncio evangelico incarnato da
Gesù, diventa “parabola politica” della giustizia di Dio; individuando nella questione fiscale la prima radice
della sperequazione sociale nel nostro Paese, che minaccia di compromettere ulteriormente l’accesso dei
ceti meno privilegiati ai servizi essenziali (anzitutto scuola e sanità); ricevuto il documento della Diaconia
Valdese-Commissione Sinodale per la Diaconia del 4/3/2024 – “Fisco, welfare, diaconia, servizio” – lo fa
proprio (Allegato n. 1). Tale documento, sulla base dell’art.53 della Costituzione italiana, ricorda: che il
pagamento delle imposte è lo strumento col quale cittadini e cittadine devono partecipare
consapevolmente a una distribuzione del reddito meno iniqua a livello nazionale; che l’equità fiscale è una
questione che riguarda l’etica cristiana; che la mancanza di equità fiscale determina, direttamente o indirettamente, altre forme di ingiustizia sociale, economica e ambientale; che l’elusione e l’evasione
determinano la sottrazione di una massa imponente di risorse ai fini istituzionali dello Stato nei termini di
estensione e qualità dei servizi; che la pressione delle imposte indirette e la cosiddetta “tassazione piatta”
vanno esattamente in direzione contraria rispetto al principio costituzionale della “progressività”, a danno
dei ceti meno privilegiati e a beneficio di quelli con reddito più elevato. Il Sinodo è altresì convinto che: la
pratica cristiana della solidarietà costituisce una forma insostituibile di impegno per il contenimento
dell’ingiustizia sociale; il concetto di ”giustizia di Dio” – il quale, in Cristo, accoglie incondizionatamente
l’essere umano – si esprime come puro dono all’umanità; la giustizia sociale – in quanto equa ripartizione
di risorse – è obbligatoriamente inserita in una “trama” politica e sociale; in uno Stato democratico moderno,
tali istanze di solidarietà prendono corpo nel progetto politico dello Stato sociale. Il Sinodo invita: la
Commissione Sinodale per la Diaconia a proseguire nella riflessione sul tema dell’equità fiscale,
promuovendone la diffusione nei vari contesti di competenza; le chiese e i/le credenti tutti/e a vigilare
affinché l’ingiustizia fiscale venga riconosciuta come decisiva questione etica e combattuta con convinzione;
le chiese e i/le credenti tutti/e a impegnarsi attivamente – ciascuno/a nell’ambito delle proprie competenze
e della propria vocazione – a denunciare la fiscalità ingiusta quale forma di ingiustizia sociale che mina il
tessuto democratico del Paese e le forme più elementari di solidarietà nei confronti delle persone più fragili;
le chiese, i circuiti, i distretti e in collaborazione con la Diaconia Valdese, a promuovere occasioni di
informazione, formazione, dibattito – ciascuno/a sui propri territori di competenza – diffondendo il dettato
costituzionale nella sua semplicità e chiarezza, nonché nel suo potenziale democratico