Atti del SinodoEssere chiesa insieme

FRATELLI E SORELLE DI ALTRI PAESI

Il Sinodo ringrazia il Signore per la ricchezza e le opportunità derivanti dalla presenza nelle nostre chiese di fratelli e sorelle di altri Paesi, una realtà oggi in crescita.
Le nostre chiese hanno un’importante occasione di testimonianza di una convivenza arricchente con fratelli e sorelle migranti, in un momento storico in cui il governo e parte della società italiana tendono a respingere questi uomini e donne, negando loro anche i diritti fondamentali e ignorando le loro ricchezze culturali e religiose, e le loro competenze.
La comunione con i credenti evangelici migranti è una parte costitutiva e centrale del nostro “essere chiesa”, e in quanto tale va tenuta distinta dal pur importante lavoro diaconale di aiuto per e con gli immigrati in generale.
Questa realtà tocca trasversalmente tutti i settori del nostro lavoro, e della nostra presenza nella società italiana. Serve dunque una unità di intenti sul percorso “essere chiesa insieme” che appartenga alla chiesa tutta e si muova con il passo adeguato – né rimanendo indietro, né precorrendo i tempi, evitando atteggiamenti paternalistici anche se involontari. Questo percorso richiede disponibilità all’ascolto, in particolare delle situazioni locali variegate, e una riflessione sul tema “identità e auspicabili contaminazioni”.
Il Sinodo, dunque,

  • invita le CED e i Consigli di Circuito ad adoperarsi perché la problematica dell’essere chiesa insieme sia costantemente tenuta presente nei lavori delle Assemblee di Circuito e delle Conferenze Distrettuali, utilizzando a tal fine il servizio del gruppo di lavoro “Essere chiesa insieme” della FCEI;
  • raccomanda alle chiese di ricercare un’equa rappresentanza delle diverse componenti nei propri organi decisionali;
  • invita le chiese a tenere conto dell’ “essere chiesa insieme” nel lavoro con i bambini e le bambine e i/le giovani, e a sviluppare qualche iniziativa concreta, anche piccola, di convivenza nei modi di operare e di pregare, che portino il segno e il contributo di queste nostre sorelle e fratelli;

  • raccomanda alla Tavola di darsi, di concerto con la FCEI, gli strumenti di lavoro necessari, e di riferirne al prossimo Sinodo;
  • raccomanda inoltre a Tavola e CP/OPCEMI di creare una collaborazione con gli organismi ecumenici, in particolare con la CEVAA, per rapportarsi efficacemente con le chiese di origine dei fratelli e delle sorelle presenti nelle nostre chiese;
  • raccomanda alle chiese di rendersi “visibili” per un più facile contatto da parte di questi fratelli e sorelle evangelici, sia in termini di una più efficace “segnaletica” delle proprie strutture, sia attraverso la redazione e la distribuzione di materiale informativo multilingue nei luoghi di maggior affluenza e frequentazione dei migranti;
  • invita Tavola, CP/OPCEMI e chiese a comunicare all’esterno verso la società italiana, ogniqualvolta possibile, le proprie esperienze di convivenza con i fratelli e sorelle migranti e a diffonderne i contributi di tipo artistico e culturale; un buon sostegno in questo senso potrà venire dall’attività dei nostri centri culturali.
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