Il Sinodo, inorridito per la ferocia del conflitto israelo-palestinese, per il numero esorbitante di
vittime civili, donne e bambini uccisi durante gli ultimi dieci mesi e per la sorte degli ostaggi ancora nelle
mani di Hamas, invoca l’immediato cessate il fuoco permanente e la prosecuzione di negoziati che
consentano la ripresa degli aiuti umanitari e l’immediato rilascio degli ostaggi. Ribadisce il diritto di
entrambi i popoli a vivere su questa terra in pace nel riconoscimento reciproco delle loro storie e
nell’impegno a costruire insieme soluzioni che lo rendano possibile, convinto che il futuro di questi popoli
dev’essere nelle loro mani nel rispetto del diritto internazionale, come ad esempio il ripristino dei confini
precedenti al 1967. Preso atto del dibattito sul conflitto apertosi anche nelle chiese, nel quale si sono
espresse posizioni articolate, invita tutte e tutti alla preghiera, al dialogo e all’impegno comune per una
pace fondata sulla giustizia e il diritto. Invita i/le credenti a tenere gli occhi ed i cuori aperti sulla sofferenza
delle persone colpite dal conflitto, senza stancarsi di spendersi per la pace. Nella convinzione che la pace si
costruisce nel dialogo e nella reciproca fiducia, sostiene le associazioni, le ONG e i gruppi religiosi impegnati
a favorire l’incontro, lo scambio e l’impegno comune di israeliani e palestinesi per una giusta convivenza
rispettosa del diritto dei due popoli all’autodeterminazione e alla sicurezza. Si impegna a dare sostegno agli
obiettori di coscienza che rifiutano la guerra come soluzione dei conflitti. In questa prospettiva, dà mandato
alla Tavola valdese di sostenere il progetto “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”, lanciato dalla
FCEI in collaborazione con il centro studi Confronti e di sollecitare l’impegno delle chiese a sostegno, tra gli
altri, dell’Arab Hospital della Chiesa anglicana di Gaza. Incoraggia la Tavola valdese a collaborare con questi
progetti di iniziativa ecumenica internazionale, nella prospettiva di unire gli sforzi e rafforzarne l’efficacia.
Condanna i radicalismi e i diversi fondamentalismi religiosi che in Medio oriente come in Occidente
predicano odio e distruzione, abusando del nome di Dio e violando fondamentali diritti umani, a iniziare da
quelli delle donne. Condanna altresì ogni forma di antisemitismo e islamofobia che si esprime nel dibattito
pubblico, anche italiano; incoraggia le chiese ad approfondire la conoscenza della complessa storia del
conflitto, a promuovere una cultura della pace e a favorire occasioni di dialogo interreligioso. Invita le chiese
a aderire alla settimana di preghiera lanciata a livello mondiale dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC)
nella settimana del 16-22 settembre 2024.