Il Sinodo, visto il dibattito sinodale su “chiesa e società”, richiama le chiese ed ogni singolo fratello e sorelle in Cristo a riconoscere e confessare come unico Signore della propria vita il Dio d’amore, che mette ogni giorno davanti a noi la vita e la morte e ci invita a scegliere la vita, decidendo da che parte stare:
se dalla parte di chi agita la paura dell’altro ed alimenta gli egoismi e le chiusure individualistiche, familistiche, corporative, identitarie; o dalla parte del Signore della vita, che ci ha affrancati affinché fossimo liberi e ci ha insegnato a scorgere nell’altro/nell’altra una sua creatura, fatta a sua immagine e somiglianza e raggiunta dallo stesso amore che ha trasformato le nostre esistenze;
se dalla parte di chi esercita il controllo mafioso del territorio, di ogni attività produttiva, dell’esistenza stessa di milioni di esseri umani; o dalla parte del Signore della vita, che ci ha affrancati affinché fossimo liberi;
se dalla parte di chi occupa le istituzioni democratiche per asservirle alla tutela di interessi privati, accettando e di fatto consentendo questo asservimento nel momento in cui barattiamo la nostra libertà e dignità con il favore di “un posto”, di un sussidio, dell’attribuzione di un vantaggio non dovuto, dello scavalcamento di una lista d’attesa; o dalla parte del Signore della vita che ci ha affrancati affinché fossimo liberi, dicendo “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia”;
se dalla parte di chi fa della Parola di Dio uno strumento di discriminazione e di controllo sociale; o dalla parte del Signore della vita che ci ha affrancati affinché fossimo liberi dicendo “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
Il Sinodo invita le chiese, nel corso dell’anno ecclesiastico, a concentrare la propria attenzione:
- sull’impegno per la difesa della Costituzione e dei suoi valori “non negoziabili”, in quanto espressione di un sempre valido patto di convivenza civile e socialità solidale, nel quale soltanto può essere vissuta un’esistenza autenticamente libera e responsabile;
- sul tema dell’educazione di bambini e giovani, cercando di collegare tutti i soggetti coinvolti (famiglie, monitori, catechisti, operatori della scuola, gruppi giovanili ecc.) in uno sforzo comune al fine di “strappare una generazione” alla rassegnazione, al pessimismo, all’indifferenza, all’ignoranza, all’omologazione ai modelli dominanti, promuovendo percorsi educativi che guardino ad un individuo “cosciente di sé, adulto, capace di scegliere in modo critico, di sottrarsi alle gabbie sociali e culturali, di assumersi responsabilità individuali, libero da indottrinamenti, solidale, curioso delle differenze” (dal documento del Sinodo 1997 “I Protestanti e la scuola italiana”);
- sul tema del lavoro, nella sua dimensione vocazionale e di strumento essenziale di partecipazione sociale e garanzia di dignità ed autonomia dell’individuo.
- sul tema dell’immigrazione impegnandosi in una presenza attiva di resistenza e denuncia, collegandosi con tutti i soggetti che nella società sono impegnati nel perseguimento di obiettivi coerenti con la predicazione dell’Evangelo. “Non sfruttate né opprimete lo straniero, perché voi stessi siete stati stranieri in Egitto” (Esodo 22, 20).