Il nostro Paese ha ricordato i 150 anni dell’unità sotto lo slogan “Fare gli italiani”, manifestando un profondo interesse e una volontà di elaborazione critica del patrimonio ideale e spirituale del Risorgimento, benché si trovi stretto tra preoccupazioni e speranze per l’attuale situazione sociale ed economica. Le Chiese valdesi e metodiste, che ebbero parte numericamente piccola ma culturalmente importante nella storia del Risorgimento, si sono sentite coinvolte dalla ricorrenza e vi hanno partecipato attivamente e volenterosamente.
Nonostante i suoi limiti e i suoi fallimenti, il progetto del Risorgimento mantiene una forte attualità come impegno nella costruzione continua del Paese e dei suoi cittadini in piena libertà e dignità.
Il Risorgimento ha infatti aperto la possibilità della libera diffusione della Bibbia in Italia ed in questo fatto gli evangelici hanno visto un’opportunità fondamentale per l’edificazione, tramite la conoscenza della Parola di Dio, di individui liberati da condizionamenti che mantengono in uno stato di minorità ed emancipati in vista di una crescita civile, sociale e economica. A 150 anni di distanza notiamo come nel nostro Paese vi sia ancora fame di questa Parola e tale constatazione deve spingerci a rinnovare l’impegno per la diffusione della conoscenza biblica.
Il Risorgimento ha inoltre prodotto una libertà politica e una libertà di coscienza che per un certo numero di italiani ha significato la libertà di adesione alle Chiese evangeliche. Oggi, una riflessione sulla libertà non può per noi prescindere: dalla vocazione rivolta da Dio, dall’inserimento in un progetto di testimonianza, da una visione del futuro aperta a un cammino comune faticoso ma ricco di meraviglie.
Il Risorgimento, infine, non ha inteso costruire solo un’unità politica, ma una società nuova e migliore. Le Chiese evangeliche hanno partecipato a questo processo con passione e convinzione, intendendo in tal modo esprimere la propria riconoscenza a Dio nella condivisione dei suoi doni e nella testimonianza della sua signoria. Oggi più che mai siamo chiamati a vivere tale vocazione nella riflessione e nell’impegno sui temi dei diritti sociali e dei diritti civili.
Le Chiese e tutti i loro membri sono invitate ad esprimere la loro riconoscenza al Signore per la libertà di cui hanno goduto, e per la difesa della quale hanno lottato, impegnandosi affinché tali diritti siano estesi a tutti i soggetti che con noi condividono il presente ed il futuro del nostro Paese.