«I testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”».
Stefano, lo abbiamo sentito spesso, è il primo cristiano ad essere stato ammazzato a motivo della sua fede. La morte che fa, tra l’altro, è una morte inequivocabilmente religiosa: la lapidazione. Mentre l’esecuzione di Gesù ci racconta di una pena che spettava a ribelli e schiavi, una morte politica, dunque; per Stefano la questione è chiara: la sua fede è il motivo della sua morte. Crede in qualcosa che non gli consente di mantenere la vita. Chi ascolta la sua predicazione non può fare a meno di trascinarlo fuori dalle mura e ammazzarlo a sassate.
Stefano è uno dei primi diaconi della chiesa nascente. Da quello che ci viene raccontato nel libro degli Atti, l’impegno degli apostoli era divenuto troppo gravoso: troppi nuovi membri e troppo lavoro nel prendersi cura soprattutto delle persone indigenti della comunità . Si decide così di istituire un gruppo di sette persone, i diaconi appunto, che dovranno occuparsi di servire alla mensa dei poveri, dunque di amministrare i beni che ciascuno metteva in comune per l’assistenza degli ultimi. La decisione è presa e così gli apostoli potranno avere più tempo da dedicare al loro impegno più importante: predicare!
Sorpresa: chi predica è Stefano, almeno questo è ciò che ci viene riportato da Atti. Insegna inesattezze su Mosè, dunque sulla Parola. Per questo è trascinato nel sinedrio che dovrà giudicarlo. Stefano coglie l’occasione della difesa per predicare di nuovo e questo lo paga con la vita.
Il testo sembra dirci che chi ha a che fare con la povertà e con il servizio non può permettersi di tacere; deve predicare. Interessante il fatto che le precedenti predicazioni di Pietro e degli altri apostoli hanno portato ad arresti e incarcerazioni, ma questa di Stefano è la prima che porta ad un’esecuzione capitale. La parola che scaturisce dall’impegno diaconale della chiesa è parola dirompente e scomoda.
Servire Cristo, oltre che i fratelli e le sorelle, deve spingerci alla predicazione, anche se essa risulta scomoda e controcorrente, meglio, proprio perché essa risulterà scomoda e controcorrente!