I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.
Il Vangelo ci parla 5
-
Salmo 73,28
di Daniele Garrone
«Quanto a me, il mio bene è la vicinanza di Dio; ho cercato nel Signore il mio rifugio.»
Dio si fa vicino fino ad afferrare te, proprio tu che stavi allontanandoti per sempre, Egli non mollerà più la presa -
Salmo 51, 15
di Daniele Garrone
«Voglio insegnare ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.»
Chi può insegnare qualcosa è chi sa di essere un peccatore perdonato, colui che ha scoperto che Dio lo cercava nel suo smarrimento, nella sua rivolta, nel suo rifiuto, nel suo vedere soltanto se stesso. -
Proverbi 30,2-4
di Hiltrud Stahlberger
«Parole di Augur: Certo, io sono più stupido d’ogni altro e non ho intelligenza d’un uomo. Non ho imparato la sapienza e non ho la conoscenza del Santo. Chi è salito in cielo e n’è disceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? ... Lo sai tu?»
Ci si chiede se queste parole non siano l'espressione di una persona umile che rimane a bocca aperta, contemplando le meraviglie della creazione, traendone la conclusione che l’intelligenza umana è troppo limitata per cogliere la saggezza di Dio, che ha creato il macrocosmo e il microcosmo. -
Proverbi 14,13
di Hiltrud Stahlberger
«Anche ridendo, il cuore può essere triste. E l’allegrezza può finire in dolore.»
La prima parte del proverbio esprime un’esperienza abbastanza diffusa: c’è una differenza fra ciò che facciamo vedere agli altri e ciò che proviamo nei nostri cuori. Dio stesso guarda dietro le nostre maschere con uno sguardo comprensivo e caloroso. -
Proverbi 8,30
di Hiltrud Stahlberger
«Io ero accanto a lui come un bambino ed ero la sua gioia quotidiana; alla sua presenza mi divertivo e giocavo di continuo.»
La Sapienza parla in prima persona e canta un inno in cui narra delle sue origini come prima creatura di Dio. Questo inno ci invita a riconoscere nel Signore un Dio "giocoso" e gioioso. Questa conoscenza si rispecchierà nelle nostre vite