I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

Selezione delle decisioni sinodali

n. 681700° Anniversario Concilio di Nicea
  Il Sinodo, in vista del 1700° anniversario del Concilio di Nicea che ricorre nel 2025, invita le chiese a organizzare momenti di approfondimento e di studio rispetto alla formazione del simbolo della fede, del quale la Chiesa è chiamata a ripensare la centralità e la rilevanza ecumenica.
n. 72Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza
  Il Sinodo dà mandato alla CSD di proseguire il suo impegno diretto all’interno del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” e invita le chiese a darne risonanza e testimonianza.
n. 73Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza
  Il Sinodo auspica che vengano emanati dal Governo i decreti legislativi nei tempi previsti dalla riforma del settore dell’assistenza ai soggetti non autosufficienti; auspica altresì che il Parlamento italiano approvi una manovra di bilancio 2024 che contenga finanziamenti adeguati per l'avvio della riforma come proposto dal “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”.
n. 74Certificazione UNI/PdR 125:2022 sulla parità di genere
  Il Sinodo si rallegra per l'acquisizione da parte della CSD della Certificazione UNI/PdR 125:2022 sulla parità di genere; la invita a monitorare all’interno della propria struttura, in tutti i rapporti lavorativi, gli aspetti della diversità, dell’inclusività e dell’empowerment al femminile sul posto di lavoro, cercando di portare avanti tutte le azioni necessarie per proseguire in questa direzione; invita le chiese a condividere il quaderno della diaconia su questo tema perché sia uno stimolo a lavorare meglio in tutti gli ambiti della vita comunitaria, specialmente in quelli in cui ci sono rapporti di lavoro.
n. 75Documento sul tema del diritto alla salute
  Il Sinodo approva il documento sul tema del diritto alla salute.

Allegato n. 4 (75/SI/2023)

PER UNA SALUTARE UGUAGLIANZA

Gesù di Nazareth guariva dalle malattie fisiche e dall’emarginazione religiosa e sociale che le accompagnava, intendendo la guarigione come affrancamento dalla miseria e dal peccato umano e come restituzione delle persone a delle relazioni umane buone e sostenibili. Egli interpretava la sua azione terapeutica come segno efficace dell’avvento del Regno di Dio. Così ha fatto e fa la sua chiesa. Gesù guariva altresì senza distinzioni di ceto sociale o di classe economica e, qualora si sia trovato imbrigliato nelle categorie restrittive e discriminanti del suo tempo, è riuscito a convertirsi e a convertire ai criteri dell’amore del prossimo. La fede legge ogni vittoria sulla malattia, ogni persona restituita alle relazioni e all’impegno in mezzo alle altre e agli altri, così come ogni cura e accompagnamento di quelle esistenze segnate dalla malattia, quale parabola in atto dell’amore di Dio in Cristo e della promessa della sua vittoria definitiva. Per tale ragione, l’impegno per una società aperta alla salute, nelle sue varie forme, è parte della responsabilità politica della comunità cristiana; se la salute, come recita la definizione dell’OMS, è “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità” (consultato il 01.08.23) appare chiaro quanto le diseguaglianze socio - economiche siano determinanti: non solo l’accesso alle cure, la gratuità degli interventi, ma anche l’alimentazione, lo stile di vita, la sicurezza sul lavoro, l’educazione, la salubrità dei luoghi di vita concorrano a determinare le condizioni di salute dei cittadini e delle cittadine; di fronte ad una società sempre più diseguale, e quindi iniqua, si rileva un abbassamento della copertura offerta dai servizi sanitari, in particolare per le persone socialmente ed economicamente più deboli; il Sinodo invita le chiese a sensibilizzare i propri membri sul significato morale e sulla priorità civile costituita dal sistema sanitario pubblico, come espressione di democrazia concreta nella vita del paese; a promuovere una cultura diffusa e accessibile della prevenzione rispetto a quella della riparazione; a contribuire ad un’equilibrata riflessione teologica, antropologica e sociologica che limiti l’idolatria della salute intesa come desiderio di prolungamento illimitato della vita, rifiuto dell’invecchiamento e repulsione per le diversità; e auspica che le autorità e gli organismi responsabili si facciano parte diligente per: un Servizio Sanitario Nazionale adeguatamente finanziato (è programmato un calo di valore in proporzione al PIL del 6,8% nel 2023, per scendere a 6,4% nel 2024 e 6,2% nel 2025/2026); un Servizio Sanitario Nazionale strutturato sui territori per l’assistenza primaria indispensabile non solo in situazioni ordinarie (vedi Covid-19); un nuovo equilibrio istituzionale fra Stato e Regioni che riduca, anziché aumentare, le differenze territoriali di accesso alle cure, mentre le ipotesi in discussione (autonomia differenziata) sembrano andare in direzione opposta; la ridefinizione del rapporto pubblico-privato salvaguardando la centralità della governance pubblica, con attenzione all’efficacia e all’efficienza e contenendo meccanismi che favoriscono speculazioni private; l’attenzione al contenimento degli sprechi: iperprescrizione di farmaci, ripetizione di accertamenti, appesantimenti burocratici e simili. La missione affidata da Gesù alle sue discepole e ai suoi discepoli, «li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire i malati» (Luca 9,2), si accompagna alla riflessione e all’azione in vista di una società meno malata. Anche in tal modo, la comunità cristiana racconta, mediante una parabola politica, il Regno di Dio.
n. 100Migranti
  Il Sinodo, dopo ampio dibattito sul tema delle Migrazioni, considerato l’impegno profuso dalle nostre chiese, in particolare attraverso la FCEI - MH (Mediterranean Hope) e Diaconia Valdese, intende ribadire l’inalienabile diritto di migrare di ciascun individuo; consapevole che ogni confine reso invalicabile favorisce l’illecito traffico di persone gestito dalle mafie, riconosce nei corridoi umanitari, nelle attività di accoglienza e di integrazione delle persone migranti, una delle risposte alla vocazione che il Signore rivolge in questo tempo alle chiese. Il Sinodo altresì, dopo un attento esame della sostenibilità economica e delle prospettive politiche dei progetti in atto rinnova con convinzione la decisione di proseguire nel sostegno economico a questo settore dell’opera delle nostre chiese.
n. 101Migranti
  Il Sinodo al fine di rendere sempre più efficace l'azione delle chiese nel sostegno alle persone migranti invita tutti i soggetti coinvolti nei vari progetti a condividere strategie e prospettive coordinandosi maggiormente tra di loro. Li invita altresì a valorizzare tutte le attività attraverso una comunicazione sia interna alle nostre chiese, sia rivolta alla società, per una più efficace testimonianza in questa drammatica situazione.
n. 102Gestazione per altri
  Il Sinodo, a fronte delle discussioni pubbliche e nell’attesa che il documento della Commissione per i problemi etici posti dalla scienza sul tema della gestazione per altri sia inviato alle chiese per uno studio e un approfondimento etico e teologico, esprime forte preoccupazione per politiche che privano i bambini e le bambine già nati di uno dei due genitori e condanna una legislazione orientata a definire la gestazione per altri reato universale. Richiamando il proprio documento sulle nuove forme di famiglia (31/SI/ 2017), invita le chiese: a essere dei luoghi sicuri e accoglienti per tutte le famiglie e in particolare per quelle “arcobaleno”, accogliendo con serenità i bambini e le bambine di ogni famiglia; a diventare dei possibili luoghi di confronto e sostegno sui temi della promessa di futuro attraverso la genitorialità; a incoraggiare nelle comunità la crescita di conoscenza sul tema e il confronto etico affinché si possa andare oltre gli schieramenti dettati da stereotipi e idealizzazioni della maternità.
n. 103Pace in Europa
  Il Sinodo, consapevole degli sforzi di dialogare in tempo di guerra tra chiese protestanti e ortodosse portati avanti dal Consiglio ecumenico delle chiese e da altri organismi ecumenici europei, esprime solidarietà alle chiese e alle popolazioni nei paesi in conflitto, auspicando che si giunga quanto prima a una pace giusta in Ucraina, nel rispetto del diritto internazionale, incoraggia ogni azione che porti a dialoghi di pace e a una risoluzione diplomatica dei conflitti, in Ucraina come negli altri Paesi in guerra; consapevole che la guerra in Ucraina vede un aggressore e un aggredito, è convinto che finanziare la produzione di armamenti aumenti le atrocità e i tempi di questa guerra e delle altre; si rifà anche alla Costituzione italiana che all’Art.11 ripudia la guerra e promuove la pace e la giustizia fra le nazioni; invita le chiese a proclamare il vangelo della pace sulla piazza pubblica, senza temere di schierarsi con chi si oppone alla guerra e ai nazionalismi tossici, con gli obiettori di coscienza di entrambi gli schieramenti, con chi lavora per una informazione libera e con chi cerca di ricostruire condizioni di vita e di convivenza nelle città devastate dalla guerra; invita le chiese a organizzare dibattiti e riflessioni sulla guerra in Ucraina e sulla costruzione di comunità riconciliate per il futuro dell'Europa.
n. 104Solidarietà con le chiese in Pakistan
  Il Sinodo fa sua la presa di posizione del Consiglio Ecumenico delle Chiese che condanna i recenti attentati contro chiese cristiane in Punjab (Pakistan).