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l'Ospedale valdese di Torino

Nel 2004 una legge della Regione Piemonte sancì il passaggio definitivo e irrevocabile degli ospedali valdesi di Torino, Torre Pellice e Pomaretto dall’amministrazione valdese a quella regionale. L’art. 1 di questa legge (L. R. 11/2004) dichiara: "La Regione Piemonte, considerato l'alto valore sociale dell'attività svolta, garantisce il mantenimento dei livelli di prestazione erogati dai presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi, (CIOV)".

l'Ospedale valdese di Torre Pellice (TO)

Gli stessi concetti e impegni furono ribaditi dalla Giunta regionale in due successivi protocolli d’intesa con la Tavola Valdese in applicazione dell’art. 5, comma 1 della L.R. 11/2004: il "Protocollo d’intesa per la salvaguardia della specificità e identità dei presidi sanitari valdesi" (20 aprile 2005) e un "Atto integrativo" (2 luglio 2007) del protocollo medesimo che istituiva una Commissione Consultiva per il presidio ospedaliero di Torino. Questa Commissione – che prevede il pieno e diretto coinvolgimento della Tavola Valdese – dovrebbe esprimere "parere obbligatorio sugli atti di programmazione e organizzazione" relativi al medesimo. In realtà, però, da alcuni anni non è più stata convocata.

l'Ospedale valdese di Pomaretto (TO)

La legge, dunque, riconosceva a questi tre Istituti un carattere particolare sia per la loro storia e identità – espressione di oltre 150 anni di impegno socio-sanitario della Chiesa valdese – sia per la cultura sanitaria che vi si è espressa, sempre attenta alla professionalità medica ma anche alla dignità della persona umana. Anche per questo hanno continuato a mantenere la denominazione "valdese".

Ora tutto ciò sembra destinato a finire o a ridursi a realtà irrilevante per il servizio sanitario pubblico, che è stato lo scopo della nostra missione per decenni e il motivo per cui, invece di tenerci questi Istituti trasformandoli in cliniche private, abbiamo deciso di cederli alla Regione per continuare la vocazione di sempre a favore di chi soffre e ha bisogno di cure e sostegno a prescindere dalle proprie capacità economiche.

Il 16 novembre ho scritto al Presidente della Repubblica perché ci aiuti a difendere questo presidio di sanità per tutti insieme a chi, in questi anni, ha continuato a sostenerci e incoraggiarci. Siamo convinti che, per questi Istituti e per un sistema sanitario pubblico degno di questo nome, ci sia ancora un futuro.

Eugenio Bernardini

1 dicembre 2012