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Annunciare il Vangelo con gioia e fiducia

Il discorso della moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, al Sinodo della Chiesa evangelica del Baden

Il 9 aprile la moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, ha preso parte al Sinodo della Chiesa evangelica del Baden, partner storico della Chiesa valdese. La Chiesa regionale tedesca è stata, infatti, per secoli, protezione e rifugio per i Valdesi durante le persecuzioni e gli esili, ma anche fonte di circolazione di idee e di riflessione teologica, oltre che opportunità di far parte di una preziosa rete spirituale e culturale europea. Rapporti storici che la moderatora ha ricordato nel suo discorso, “rinnovati e arricchiti anche in tempi recenti dall’esperienza ecumenica di ministero di molti pastori che hanno servito per un certo periodo nelle nostre rispettive Chiese”.

Una partnership fatta di solidarietà ed esperienze concrete di comunione, volta a cogliere le sfide dell’oggi. A questo proposito la moderatora ha ricordato come “in mezzo a tante fragilità ordinarie e straordinarie, a nuove complessità e frammentazioni del quadro sociale e anche del quadro comunitario; e in mezzo a un passaggio generazionale molto significativo per le nostre chiese, cerchiamo di vivere la missione di annunciare il Vangelo con fiducia e gioia, con le parole e con le opere, evitando false e pericolose competizioni o tensioni tra interno ed esterno, spiritualità e diaconia, cura interna e advocacy“.

Sul fronte esterno, la Chiesa valdese si trova a fronteggiare impegni e sfide comuni a molte altre Chiese cristiane, in particolare in Europa. “La sfida generale – ha proseguito la moderatora nel suo discorso – è quella di essere coerenti con il Vangelo fino in fondo, senza temere di perdere posizioni e consenso a causa di scelte impopolari, come quelle dell’apertura alla diversità e dell’accoglienza degli ultimi, senza alcuna possibile distinzione.
Abbiamo confermato e rafforzato il nostro forte impegno per l’accoglienza di rifugiati e migranti: tra le altre azioni, firmando con il governo italiano nuovi accordi per i Corridoi umanitari da Libano, Libia e Afghanistan; e per i Corridoi lavorativi e universitari per le persone che si trovano nei campi profughi; ma anche sostenendo le organizzazioni che salvano le persone nel Mar Mediterraneo o sulla rotta balcanica o forniscono aiuto al confine con la Francia”.

Il tema dei migranti non è certo l’unico ma si rivela particolarmente cruciale dal punto di vista della testimonianza evangelica oggi: “comporta la scelta tra costruire muri e costruire ponti – spiega la moderatora -; la fiducia nella possibilità di una società inclusiva di fronte a chi dice che è impossibile, che non è naturale, che non è conveniente. È un tema cruciale perché i migranti di oggi sono gli ultimi degli ultimi e perché i fenomeni migratori, nella loro dimensione assolutamente globale, intrecciano tutte le urgenze del nostro tempo: dall’iniqua distribuzione della ricchezza, alle guerre, ai cambiamenti climatici e alla distruzione dell’ambiente, per non parlare della giustizia generazionale nella situazione di terribile squilibrio demografico determinato dal crollo della natalità nei Paesi occidentali”. 

Un secondo fronte esterno che la moderatora ha menzionato è quello dell’ideale della democrazia pluralista, fondata sui diritti umani universali e che pone al centro la tutela dei più vulnerabili.  La democrazia è il contesto migliore anche per un autentico annuncio del Vangelo, tutto il contrario di chi pensa che l’ideologia “Dio, Nazione e Famiglia” porti a una nuova cristianità. Una cristianità che la moderatora ha definito “spesso intrisa di una teologia del successo, inteso come ricchezza e potere acquisiti anche contro gli altri e a spese degli altri. Tutte cose in cui è difficile intravedere un messaggio coerente con le pratiche, le parole, i fatti, l’intera predicazione di Gesù Cristo”.

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