“I miei giorni sono nelle tue mani”.
Salmo 31,15
Apparentemente, la venuta di Gesù Cristo, la realtà di Dio che in Lui sperimentiamo, non hanno cambiato il mondo.
Se ci guardiamo intorno, infatti, l’oscurità del peccato sembra prevalere, come tragicamente la quotidianità ci ricorda ogni giorno. Dalle guerre alle violenze, dalle grandi tragedie alle piccole meschinità, la sensazione non sembra quella di un mondo redento.
Eppure, la prospettiva fiduciosa per noi rimane quella del dominio luminoso di Dio che si staglia all’orizzonte.
Come in una giornata nuvolosa, potremmo non vederlo, ma questo non ne mette in discussione l’esistenza.
Questa sicurezza, luce della nuova vita in Cristo, non è però basata sulla forza della nostra fede o sull’intensità della nostra preghiera, ma solo sulla fedeltà di Dio alla sua volontà.
La Parola di Dio, la sua promessa, sigillata in Cristo, è efficace e concreta, tanto che neanche la tragedia del presente può scalfirla.
Con questa certezza, possiamo, a conclusione di un anno e all’alba del nuovo, rifondare la nostra esistenza, cambiando prospettiva. Spogliandoci delle nostre poche forze, dei nostri falsi meriti e affidandoci, con il salmista, alle mani amorevoli di Dio.
Questa preghiera è insieme certezza e speranza: potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è. Siamo certi della fedeltà di Dio, e aneliamo alla piena rivelazione della sua realtà. Dio è venuto per noi, si è fatto carico della nostra intera esistenza; in Gesù Cristo rimane con noi, ogni giorno, fino alla fine dell’età presente, conservando saldamente la nostra vita nelle sue mani amorevoli, donandole così il suo senso più vero. Non potremmo avere garanzia migliore.