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50 anni di donne pastore nelle chiese metodiste e valdesi

Un anniversario nell’anniversario: i 50 anni di donne pastore nelle chiese metodiste e valdesi nell’anno del 500° della Riforma protestante

Questo pomeriggio al Sinodo viene presentato un nuovo documento sull’Ecumenismo

A cura dell’Agenzia stampa NEV – Notizie Evangeliche

Torre Pellice (TO), 24 agosto 2017 – Le chiese metodiste e valdesi festeggiano quest’anno non solo la ricorrenza del Cinquecentenario della Riforma protestante, ma anche il Cinquantenario delle prime consacrazioni di donne al ministero pastorale: era il 1967 quando al Sinodo valdese furono consacrate pastore Carmen Trobia e Gianna Sciclone.

“Oggi nelle nostre chiese, tra pastore e diacone, rappresentiamo il 40% degli iscritti a ruolo”, informa la pastora Letizia Tomassone, illustrando nel corso di una conferenza stampa l’iter non affatto scontato che le donne evangeliche hanno percorso negli ultimi decenni, fino ad arrivare al “riconoscimento pieno della ricchezza del pastorato femminile, con i rispettivi incarichi di governo nella chiesa. La chiesa si è arricchita di altre prospettive, integrando nelle comunità  temi come la lotta alla violenza di genere, o quello della protezione dei minori”, ha aggiunto Tomassone. Proprio oggi, al Sinodo delle chiese valdesi e metodiste in corso a Torre Pellice (TO), la diacona Alessandra Trotta ha presentato delle “Linee guida per la tutela dei minori e la prevenzione dell’abuso”.

Una presenza, quella delle donne, che sollecita anche gli uomini di chiesa: “Li invitiamo a lavorare sulle loro parzialità : per esempio sulle immagini di Dio che rafforzano la loro aggressività  o predominanza”, spiega ancora Tomassone facendo cenno alle strutture patriarcali esistenti in tutte le chiese. “Per questi motivi molto presto si è costituita una rete ecumenica di dialogo tra donne teologhe – aggiunge Tomassone -. In questi mesi abbiamo seguito da vicino il tema dell’eventuale accesso delle donne cattoliche al diaconato che, se si realizzasse, costituirebbe una svolta per tutti”.

“Oggi, nei convegni ecumenici le protestanti sono spesso le uniche donne ad essere presenti e ad intervenire”, ha ricordato Fulvio Ferrario, decano della Facoltà  valdese di teologia, sottolineando l’importanza delle relazioni interpersonali per il dialogo ecumenico. Per Ferrario, che è coordinatore della Commissione consultiva per le relazioni ecumeniche delle chiese battiste, metodiste e valdesi, i convegni sono comunque occasioni preziose che contribuiscono ad abbattere pregiudizi di sorta. Con il Cinquecentenario della Riforma di Lutero i rapporti ecumenici con la chiesa cattolica si sono senz’altro rinsaldati, conferma Ferrario. “Tuttavia – aggiunge -, non per questo cambiano gli atteggiamenti sul piano dottrinale”, citando in particolare l’ospitalità  eucaristica, l’ecclesiologia e i ministeri.

Intanto, oggi pomeriggio viene presentato al Sinodo un documento sull’ecumenismo inter- ed intraconfessionale, elaborato dalla Commissione consultiva, che, come spiega Ferrario, “non vuole essere ‘normativo’, ma piuttosto uno strumento di riflessione e studio da leggere nelle chiese e insieme ai nostri interlocutori”. Si tratta del primo documento sull’ecumenismo dal 1998, e si sforza, conclude Ferrario, “di rendere giustizia al clima nuovo che si è creato con il pontificato di Francesco”.

Il Sinodo si concluderà  domani con le ultime votazioni e con le elezioni delle cariche esecutive ed amministrative. Al termine degli spogli, verso le 15.30, è prevista una conferenza stampa conclusiva con il moderatore della Tavola valdese (organo esecutivo).

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