ArticoliAttività

150 anni della Chiesa valdese di Genova Sampierdarena

La Chiesa valdese di Genova Sampierdarena ha festeggiato, nel corso del 2014, il suo centocinquantenario. Le iniziative organizzate per ricordare tale anniversario sono state numerose e si concludono domenica 7 dicembre con un culto celebrato dal moderatore della Tavola Valdese, pastore Eugenio Bernardini. Con Massimo Marottoli, pastore della comunità  genovese, abbiamo tratto un bilancio di un anno di celebrazioni, incontri e festeggiamenti.

Quale significato assume per una chiesa la celebrazione di una ricorrenza come questa?
Essa esprime anzitutto il tentativo di leggere la propria storia come storia della testimonianza evangelica in Italia e in particolare nella città  di Genova, a partire dal periodo “intraunitario” (1860-1870). Da questo tentativo emerge più nitida la consapevolezza di un rapporto di sé con le generazioni che sul medesimo cammino storico l’hanno preceduta, insieme alla consapevolezza delle ragioni alla base delle difficoltà  che la Riforma ha incontrato nel suo processo di ricezione da parte della cultura italiana.

Ogni anniversario si rivela un’occasione di riflessione tra passato e presente. Quali sono le cose da salvaguardare e le innovazioni da apportare?
Tra le cose da salvaguardare menzionerei un tratto del profilo di questa chiesa: la sua vocazione alla testimonianza nel quadro sociale e civile della città , oggi segnata profondamente da una crisi che presenta caratterizzazioni tipologiche diverse. Faccio un solo esempio. L’ultima alluvione e quella precedente, di tre anni fa, manifestano un’imperiosa emergenza urbanistica e ambientale, quindi amministrativa e politica, della quale la città  di Genova è un simbolo forte, di rilievo più generale: la Repubblica non riesce a tutelare “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (cfr. art. 9 della Costituzione). In tal senso, la recente conferenza pubblica sull’uso etico del denaro e delle risorse – personali e pubbliche – conferma l’orientamento di testimonianza del quale dicevo, pure in riferimento al rilievo critico sull’emergenza urbanistica e ambientale. Tra le innovazioni da apportare, invece, nulla di nuovissimo. Dopo un periodo piuttosto lungo di letargia occorrerebbe risvegliare e riabilitare una più stretta collaborazione (che, ricordo, è un lavorare insieme: né per sé, soltanto, né mai contro altri) tra le chiese protestanti storiche presenti in città , nel quadro della comune vocazione alla testimonianza e al servizio della Parola. L’affievolimento del rapporto di collaborazione tra le chiese, ovviamente ha ragioni storiche. Eppure siamo consapevoli che la collaborazione sia necessaria.

Quali pensa possano essere i progetti futuri sui quali la sua comunità  intende concentrarsi?
Direi che certamente la chiesa di Sampierdarena intende rimarcare le proprie “caratteristiche vocazionali” nel quadro di un impegno più deciso all’evangelizzazione. Essa potrebbe concentrarsi un po’ di più sulla formazione, in particolare degli adulti, e in definitiva occorrerebbe che lo facesse, valutando e misurando l’ampiezza di quest’ambito di lavoro anche nel rapporto di collaborazione con le altre chiese, e nel rapporto dialogico offerto a esempio dall’attuale panorama ecumenico.

10 novembre 2014

Condividi su: