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di Klaus Langeneck

«“Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa. Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca.”» Giovanni 3,29-30 (Giovanni 3,22 - 30)

Beato chi ha un amico di questo genere! Un amico che si rallegra della fortuna dell’altro, che guarda senza invidia la felicità dell’altro, anzi, considera il bene e il successo dell’altro più importante del proprio avvenire. Sono rari amici di questo genere.

Giovanni Battista, secondo le parole dell’Evangelista, non pretende di essere lui lo sposo, il protagonista della festa della salvezza; la sua gioia è completa nel suo ruolo di amico e testimone dello sposo. In questo modo Giovanni ci viene presentato come modello del credente: la nostra massima aspirazione nella relazione con Gesù Cristo è poter essere il suo amico e testimone, e poco importa, che noi diminuiamo, se attraverso la nostra vita e la nostra fede Gesù Cristo cresce.

Ma c’è di più: Giovanni con la sua testimonianza anticipa quello che Gesù stesso ha cercato di insegnare ai suoi discepoli, quando egli stesso, il protagonista della festa, ha lavato i piedi ai suoi ospiti nell’ultima cena (Giovanni 13). L’amore è sperimentare una gioia completa, senza ombra di nessun tipo, vivendo e spendendosi, affinché l’altro cresca. Gesù Cristo stesso ha dato la sua vita, ha accettato di diminuire fino alla morte sulla croce, affinché noi potessimo crescere in verità e in amore, affinché così la sua gioia fosse completa e gioia condivisa con i suoi amici.