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di Susi De Angelis

«Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti» (I Corinzi 1,27)

Quante situazioni vorremmo cambiare nella nostra vita quotidiana!
Abbiamo situazioni in sospeso, relazioni fragili, a volte conflittuali, vorremmo essere più forti, sicuri e sicure, vorremmo tenere tutto nelle nostre mani. Non ci piace la debolezza, né la dipendenza.

Dio capovolge questa realtà! Crediamo che anche lui ci voglia forti e sicuri, all’altezza dei compiti che ci affida, riteniamo che la debolezza umana sia una sorta di peccato verso Dio. Ma Dio non funziona così. Egli ha scelto proprio le contraddizioni, le fragilità e le debolezze, ha voluto scegliere e chiamare proprio coloro che non pensavano di farcela: Signore ma perché chiami me, sono così poca cosa! Dio chiama queste fragilità e tutto ciò che per il mondo è inutile, chiama noi a servirlo e a seguirlo perché la forza vera è solo lui.

Così la bellezza dell’Evangelo inizia con una miseria, inizia con la fragilità di una nascita inattesa e con la debolezza di un bambino in balia dei potenti. L’Evangelo è riconoscere che la forza di Dio è nascosta proprio nella debolezza e in ciò che questo mondo ritiene inutile. Non dobbiamo essere forti davanti a Dio, dobbiamo essere riconoscenti e consapevoli che ogni bene, ogni forza, ogni salvezza e coraggio vengono solo da lui che ha sperimentato la debolezza di questo mondo.

Così lasciamo a Dio il compito di nascere nei nostri affanni, egli prenderà la nostra fragilità e la metterà al suo servizio chiamandoci figli e figlie e accogliendoci così come siamo, fragili e bisognosi del suo sguardo.