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di Emanuele Fiume

«Il Signore disse in cuor suo: “Io non maledirò più la terra a motivo dell’uomo, poiché il cuore dell’uomo concepisce disegni malvagi fin dall’adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché la terra durerà, semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno mai”»

Fino a oggi Dio è stato fedele alla sua parola. Temporali, rasserenamenti e arcobaleni si sono succeduti sopra molte generazioni di esseri umani; semine e raccolti, freddi e caldi, estati e inverni, giorni e notti sono venuti l’uno dopo l’altro. Noi tutti, tutto il mondo e tutti gli animali del mondo vivono ancora grazie al patto che Dio ha fatto con Noè promettendo di non distruggere più la terra. E noi, ogni volta che vediamo l’arcobaleno sopra di noi, sappiamo che Dio in quel momento si ricorda che ha promesso di avere pietà di noi, di non punirci fino al nostro annientamento, ma solo quel tanto che basta a muoverci a ravvedimento e a farci desiderare la nostra redenzione. Come il sole ha rotto l’assedio delle nuvole del diluvio per risplendere su Noè, la sua famiglia e tutti gli animali dell’arca, così Gesù Cristo, il sole di giustizia, risplende sopra di noi inondandoci del calore della sua grazia, donandoci pace e gioia. 

Oggi Dio vuole che tutti noi viviamo alla luce del suo sole che ci dà il calore necessario per vivere. Se non ci fosse il sole non sarebbe possibile la vita sulla terra, senza il sole noi saremmo tutti morti di freddo, senza Gesù Cristo, il sole della giustizia, noi saremmo tutti morti nel male, nella disobbedienza e nel peccato che noi stessi abbiamo praticato e servito. Come fu per la famiglia di Noè, il sole di Dio continua a mantenerci in vita sotto le ali della sua misericordia.