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di Emanuele Fiume

«Il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia. La misericordia invece trionfa sul giudizio»

È la dichiarazione della centralità della misericordia nel giudizio. Il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia. Vuol dire questo: ci sono due modi per rapportarsi a un’altra persona. Il primo è il modo naturale, il modo diretto, il modo del giudizio. “Tu chi sei, che cosa vuoi?” Tra me e l’altro non c’è nessuno; il mio sguardo si posa indisturbato su di lui e lo giudica. Bene se l’altra persona possiede alcune caratteristiche che mi sono amabili, male se ne possiede altre che non mi vanno a genio. Questo è il rapporto diretto, immediato, senza misericordia, che giudica, perché ogni sguardo contiene anche un giudizio.

Tra credenti siamo chiamati al rapporto indiretto e mediato, mediato dalla persona di Gesù Cristo. Tra me e te c’è Cristo con la sua misericordia, e sono le caratteristiche di Cristo che io vedo e devo vedere nella mia sorella e nel mio fratello che mi sta davanti. Si può amare anche all’infuori di questo rapporto, ma si ama dopo aver giudicato, anche inconsapevolmente, le caratteristiche dell’altro. Invece, quando il rapporto è mediato dalla persona di Gesù Cristo, quando la conoscenza è stata fatta grazie a lui, quando senza di lui non ci saremmo mai incontrati, allora è la misericordia di Cristo che mi rende accettabile e amabile l’altro che mi sta di fronte. In questo modo la misericordia trionfa sul giudizio, in questo modo una fratellanza estesa è pure profonda e solida. Perché questa fratellanza è fondata nella misericordia di Cristo e non in noi stessi.