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di Luca Anziani

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo» (Matteo 13,44)

Molte sono le parole che abbiamo imparato a conoscere in questi lunghi mesi di pandemia. Si tratta di parole a cui abbiamo dovuto dare dei significati nuovi come: distanziamento, mascherina, tampone e così di seguito, c’è però una parola che ora ha un significato del tutto nuovo e oltremodo positivo ed è la parola trovare. Nel periodo più buio della pandemia abbiamo fatto i conti con ciò che abbiamo perso, tutta la normalità della nostra vita è stata modificata drasticamente e molti hanno perso la vita stessa. Ora stiamo trovando nuovamente un po’ della normalità persa. Troviamo pace, speranza, amicizie, troviamo la comunità degli affetti.

Nel Nuovo Testamento anche Gesù evidenzia l’importanza di trovare o di ritrovare. Così leggiamo le parabole della pecora smarrita o della dracma perduta perse e ritrovate. Ma qui mettiamo in evidenza la grande gioia che c’è nel trovare ciò che non era stato perso, trovare l’inatteso. Un grande tesoro, trovato, che cambia la vita. Il regno di Dio, la sua presenza nella nostra vita, non è sempre cercato, è possibile  anche non pregare perché Dio governi la nostra vita perché questo accade indipendentemente da noi, ma quando accade, quando troviamo la mano di Dio, la sua parola, tutto il resto cambia aspetto, nulla è più importante come prima. Quando è Dio a dipingere il nostro orizzonte allora il nostro sguardo può essere diretto solo verso quell’orizzonte.

Troviamo Dio quando non lo cerchiamo, quando egli è libero di trovare ognuno e ognuna di noi.