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di Giuseppe Ficara

«Il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve»

Gesù spiega il significato della frase “essere il più grande” e capovolge il senso comune di grandezza, che per noi è quello di essere serviti e avere l’ultima parola. Gesù ci informa che, a causa del nostro modo di intendere la grandezza,  nessuno è al riparo dai tradimenti, o dalla corruzione, come Giuda; dalle infedeltà, come Pietro. In sostanza, Gesù rivela che il peccato di Giuda è anche quello di tutti, è il nostro peccato quando crediamo di essere grandi e di poter essere credenti senza Gesù, di poterci salvare con la nostra autosufficienza.

Essere il più grande significa avere la consapevolezza di essere chiamati a costruire rapporti umani di fraternità, di solidarietà, di rispetto, di accoglienza e di lottare contro tutto ciò che li nega: il razzismo, l’intolleranza, il fanatismo. Gesù spiega quale sia il senso di chi ha un ruolo, un potere, un incarico di governo: comporta un servizio verso tutti. Propone, quindi, un capovolgimento della nostra concezione di servizio e cioè che il più grande e importante, domini gli altri.

Per noi, chi governa parte da una posizione di prestigio, e da lì attua un gesto di abbassamento nel governare e servire. Per Gesù, il servizio non è il gesto di chi sta in alto e si fa benefattore di chi sta in basso. La grandezza di Gesù sta nel fatto che non si fa servire, ma serve. Gesù non è il Signore che serve, ma il servitore che regna.