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di Mauro Pons

«Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele, perché ha visitato e riscattato il suo popolo, e ci ha suscitato un potente Salvatore nella casa di Davide, come aveva promesso da tempo per bocca dei suoi profeti»

Nel vangelo dell’infanzia di Luca le storie delle nascite di Giovanni, il Battista, e di Gesù di Nazaret, il Cristo, s’intrecciano. Quasi sempre nella Bibbia, quando il Dio d’Israele “progetta” il futuro di un uomo o di una donna in una prospettiva, che riguarda il suo popolo, la coppia prescelta non è mai in grado di potersi riprodurre “naturalmente”, ma vi sono sempre ostacoli di vario tipo, come sterilità, invecchiamento della donna, per cui questa “parola di vita” di Dio provoca incredulità, scetticismo, qualche volta, ilarità. Zaccaria, il sacerdote nel Tempio di Gerusalemme, diventa muto a motivo della sua incredulità. Alla nascita di Giovanni, riacquista la voce e prorompe in una preghiera di benedizione, per ciò che Dio ha compiuto in favore del suo popolo.

Nella frenesia della nostra vita quotidiana, maggiormente accentuata nel periodo dell’Avvento, abbiamo sempre l’impressione di essere centrifugati in una dinamica temporale, che non sappiamo o possiamo controllare.

La preghiera di lode di Zaccaria è l’invito a soffermarsi sull’idea che, forse, questo è il tempo, in cui il Dio di Gesù Cristo ci viene a “visitare” (in realtà, lo fa tutti i giorni della nostra vita!). La pausa, che questo periodo dell’anno ci impone dal ritmo della nostra vita normale, con i suoi momenti di intimità, di silenzio, di buio, potrebbe essere l’occasione per tornare a incontrarsi proprio con quel Dio, che ci parla di riscatto, di salvezza, di promesse mantenute, di pace e di giustizia.