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di Marcello Salvaggio

«Scorra piuttosto il diritto come acqua e la giustizia come un torrente perenne!» (Amos 5,24)

Queste parole del profeta Amos si trovano incise sul marmo del Civil Rights Memorial di Montgomery, in Alabama (USA) in ricordo di Martin Luther King Jr che il 5 dicembre 1955 le pronunciò all’assemblea della Montgomery Improvement Association, nella Holt Street Baptist Church, durante il discorso per decidere il boicottaggio dei bus subito dopo l’arresto di Rosa Parks. 

In queste poche parole troviamo l’appello decisivo di tutta la fede profetica e proprio Martin Luther King, profeta del suo tempo e non solo, le fece proprie in tutto il suo ministero impegnato per i diritti dei neri. 

L’immagine che ci propone Amos è quella di una giustizia dinamica, in movimento. Diritto e e giustizia devono scorrere come acqua, come un torrente perenne, ribollente e purificatore. Non si tratta dunque di un criterio astratto che si applica da sé in maniera statica, come una bilancia in perfetto equilibrio, ma di un fare, di un adoperarsi per la giustizia; «la giustizia è realmente amore in azione». Questa ha bisogno di tanti profeti come Martin Luther King, ma anche di tanti uomini e donne coraggiose come Rosa Parks. La giustizia praticata, dinamica ci strappa dalle nostre sicure rive e ci porta con sé.

L’episodio folle di Macerata dei giorni scorsi riporta all’attenzione della cronaca quanto questi fenomeni di razzismo in salsa fascista siano largamente diffusi nel nostro paese e cavalcati se non alimentati da alcuni esponenti politici. Evidentemente c’è ancora bisogno di una Rosa Parks e di un Martin Luther King, di credenti capaci di alzare la propria voce e denunciare, resistere e se il caso boicottare. Non c’è tempo da perdere.