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di Erika Tomassone

«In quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me
La promessa della piena manifestazione futura del regno di Dio, comporta uno svelamento. Verrà svelato il senso dell’agire umano con il criterio della sua conformità all’azione di Dio verso di noi. Gesù ha infatti presentato la volontà di Dio come un invito ad entrare nel sistema della gratuità e del dono. Dio ci chiama indipendentemente dalle nostre qualità e dona sovrabbondante possibilità di vita. Entrati nel sistema del dono, usciamo dalla logica dello scambio. In questo senso il cibo condiviso con chi ha fame, il bicchiere d’acqua all’assetato, lo straniero accolto, il malato accompagnato, il prigioniero visitato, chiunque essi siano, sono svelate come azioni umane appartenenti al sistema della gratuità e del dono.

Non si tratta di azioni studiate per acquisire meriti, ma esempi di come si traduce nell’umano l’amore incondizionato di Dio. Questo svelamento coglie di sorpresa i pagani ed è invito a tradurre in azione la gratitudine che accompagna chi si riconosce oggetto dell’amore di Dio. Gesù Cristo infatti si identifica con affamati, assetati, stranieri, malati e prigionieri nel senso che egli dà la qualità di suoi fratelli, a persone che nel sistema dello scambio vengono ignorate in quanto caratterizzate da mancanze e necessità, quindi dall’impossibilità di contraccambiare in qualche modo. Provenienti dall’amore incondizionato di Dio, non possiamo non amare fuori da ogni calcolo incondizionatamente.