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di Eleonora Natoli

«Allora quelli che hanno timore del Signore si sono parlati l’un l’altro; il Signore è stato attento e ha ascoltato.»

Parola e ascolto: elementi essenziali, anzi sostanza della relazione. E’ ciò che ci insegna Dio nel momento stesso in cui il suo desiderio di avere un interlocutore lo spinge a creare l’uomo e la donna; esseri viventi, certo, animali, certo, ma, per suo dono, persone capaci di ascoltare la sua Parola e di rispondere con la serietà di chi sa che questa libertà implica responsabilità.

Il dialogo, dunque, inteso come forma privilegiata di conoscenza e di riconoscimento della dignità e dei doni dell’interlocutore.

Quando ciò accade, non troppo spesso purtroppo, stiamo riproponendo un modello di rapporto che colma la distanza fra cielo e terra. Un rapporto che sana la frattura della torre di Babele. 

Se la parola è davvero conseguenza di un ascolto reciproco , per “essersi parlati l’un l’altro” i timorati di Dio devono necessariamente essersi prima ascoltati l’un l’altro, vuol dire che si è messa in atto una relazione di cura, cioè il modo in cui Dio si è proposto a noi e che Gesù Cristo ha realizzata per noi. In questo caso è indubbio che Dio sia vicino e che ci ascolti attentamente. Nella serenità e nella forza che dà questa percezione della Presenza nella rete di rapporti che ci lega al mondo, resta solo da innalzare una preghiera allo Spirito santo perché conduca a termine quello che in noi ha iniziato.