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di Erika Tomassone

«Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.»

Secondo Giovanni, Gesù è stato inviato nel mondo come un’occasione offerta per uscire dalla disperazione e dal buio. La disperazione non è intesa come qualcosa di occasionale, dovuta ad alcune circostanze particolari delle nostre vite. Disperazione è la logica conseguenza del vivere cercando la propria origine e il significato della propria vita in se stessi. Girare attorno a se stessi, essere prigionieri di se stessi porta alla disperazione. E’ disperazione perché non si va da nessuna parte, si procede in tondo, gli orizzonti si restringono, le identità imprigionano.

Dio in Gesù offre un dono a questa vita prigioniera: la manifestazione del suo amore incondizionato e la manifestazione della realtà del mondo. Dio ama e per amore fa qualcosa a favore del mondo: invia Gesù per convincere a riporre ogni fiducia in Dio e lasciarsi coinvolgere in un nuovo sguardo. Giovanni infatti parla di Gesù come della “luce del mondo”. La luce che è Gesù illumina impietosamente la realtà umana fatta di categorie giudicanti, autogiustificazioni, rapporti di potere e offre un altro sguardo ed altre possibilità. Offre una verità totalmente diversa dalle verità umane che si vogliono eterne ed assolute, ma restano ambigue e sono capaci di diventare totalitarie. Questo è salvezza, niente a che vedere con inferni, paradisi e aldilà; è una possibilità di ricevere una nuova fondazione di se stessi, e una nuova occasione di vita.