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  • Salmo 25,6

    di Bruno Rostagno

    «Ricòrdati, o Signore, delle tue compassioni e della tua bontà,
 perché sono eterne».
    Il ricordo di Dio è l’azione con cui egli fa emergere una persona dall’anonimato. Da persona insignificante la fa diventare persona piena di significato. Le sue compassioni e la sua bontà sono eterne, non discontinue come la nostra memoria. Il ricordo è l’atto con cui Dio le rende operanti

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  • I Pietro 1,3

    di Bruno Rostagno

    «Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti».
    La speranza viva è strettamente connessa alla vita che viviamo ora; Dio ci ha fatti rinascere in modo tale che l’intera nostra vita è spinta dalla speranza. Il cristiano è una persona che spera, e che sperando agisce.

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  • Filippesi 2,12-13

    di Bruno Rostagno

    «Adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore; infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo».
    La salvezza è la vita che scaturisce dall’opera di Cristo. È futuro e presente al tempo stesso. È futuro in quanto è una pienezza promessa. È presente in quanto rende possibile una rinascita e un’espansione della vita. L’azione di Dio crea già qui per noi degli spazi di vita autentica

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  • Ebrei 4,12

    di Bruno Rostagno

    «La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore».
    Ascoltare la parola di Dio è l’opposto che avere un’idea di Dio. Idee su Dio ce ne sono moltissime, ma partono dalla nostra riflessione o dalla nostra immaginazione e considerano Dio come un oggetto da capire. Perciò falliscono nel loro tentativo. La parola di Dio esprime la sua volontà di essere in relazione con noi e per questo di aprirsi, di comunicare.

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  • Daniele 9,18

    di Bruno Rostagno

    «O mio Dio, inclina il tuo orecchio e ascolta! Apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni, guarda la città sulla quale è invocato il tuo nome».
    La comunità di Israele, per non abusare del nome di Dio, evita di pronunciarlo e lo sostituisce con «Signore». Questo non significa che Dio divenga evanescente. Al contrario, la manifestazione di Dio è sempre un fatto reale, che incide nella vita. L’orecchio, gli occhi, indicano la concretezza di Dio. A questi sostantivi corrispondono due verbi: «ascolta» e «guarda», due invocazioni che esprimono i due aspetti della preghiera: l’atto di chiedere conta sull’ascolto da parte di Dio.

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