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Il Vangelo ci parla 5
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Giovanni 1,14
di Bruno Rostagno
«La Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità.»
Dio è all’origine della comunicazione. La comunicazione non è solo una caratteristica fondamentale del mondo contemporaneo. Non è nata con internet, anche se con internet conosce enormi possibilità di sviluppo. Dio stesso vuole comunicare; è parola. Questo termine ha perso valore nella nostra cultura; le parole sono spesso messe a confronto con i fatti, e non fanno una bella figura. -
Luca 2, 15-17
di Ruggero Marchetti
«Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: “Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere”...»
Dopo aver dato lode al Signore, dopo che i pastori nei campi di Betlemme li hanno uditi cantare: Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini che egli gradisce”, gli angeli se ne vanno, e c’è il silenzio, e il buio torna a avvolgere ogni cosa. Ma i pastori non tornano a vegliare il loro gregge. Lasciano tutto e vanno a Betlemme, a “vedere quel che è avvenuto e che il Signore ha loro rivelato”. -
2 Corinzi 13, 13
di Ruggero Marchetti
«La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi»
È la benedizione cristiana per eccellenza. Parole che conosciamo a memoria ma che forse proprio per questo scivolano su di noi senza comunicarci molto dello straordinario messaggio di cui sono portatrici. Proviamo a riascoltarle. -
Marco 13, 26
di Ruggero Marchetti
«Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con grande potenza e gloria».
Il Signore verrà. Ma cosa sappiamo di questa venuta finale? Anzitutto sappiamo che è Gesù che viene, e non è poco. Alla fine della Bibbia c'è la grande invocazione: “Marana-tha. Vieni, Signore Gesù!” (Apocalisse 22,20). È l'ultima parola della chiesa apostolica, di tutte le generazioni cristiane e di ogni esistenza credente. Dal futuro non aspettiamo qualcosa, ma qualcuno; non l'ignoto, ma il Signore. -
Matteo 24, 48
di Ruggero Marchetti
«Il mio padrone tarda a venire»
Il Signore viene – il Signore ritarda: ecco uno dei dilemmi fondamentali della coscienza cristiana del I secolo. Nella certezza di un'imminente venuta del Signore, ha iniziato a insinuarsi il sospetto di un rinvio che, col protrarsi del tempo, ha generato il dubbio radicale: “Dov'è la promessa della sua venuta?” (2 Pietro 3,4). Se già nel primo secolo non fu facile essere una chiesa che aspetta, ancora meno lo è oggi, in cui l'attesa della venuta del Signore è tanto più tiepida, e i dubbi che non verrà mai tanto più intensi.