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  • Geremia 22, 29

    di Antonio Adamo

    «O paese, o paese, o paese, ascolta la parola del Signore!»
    Queste parole sono l’espressione del lutto per la crisi in cui è sprofondato il popolo d’Israele ai tempi del profeta. La prima deportazione a Babilonia è iniziata e si avvia il lungo periodo dell’esilio che sarà per il popolo un’amara occasione di riflessione sulla propria vocazione tradita.

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  • Deuteronomio 32, 10-12

    di Antonio Adamo

    «Egli lo trovò in una terra deserta ... Come un’aquila che ... svolazza sopra i suoi piccoli ... Il Signore solo lo ha condotto e nessun dio straniero era con lui.»
    Ho degli amici a Berlino che hanno vissuto da bambini gli ultimi tragici giorni che precedettero la caduta della città. In particolare sono stato colpito dal racconto di un’anziana signora, allora dodicenne.

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  • Isaia 42, 16

    di Antonio Adamo

    «Farò camminare i ciechi per una via che ignorano, li guiderò per sentieri che non conoscono; cambierò davanti a loro le tenebre in luce, renderò pianeggianti i luoghi impervi. Sono queste le cose che io farò e non li abbandonerò
    La parola rivolta agli esuli di Babilonia che si apprestano ad affrontare le incognite della libertà riacquistata, mi ha riportato alla mente un lontano episodio della mia infanzia.

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  • Romani 15,13

    di Antonio Adamo

    «Ora il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo
    In poche parole troviamo uno sconfinato orizzonte di felicità: è un messaggio denso, profondo e luminoso; forse troppo, se consideriamo la condizione umana in ogni tempo e luogo. Si potrebbe ritenere che l’apostolo sia stato eccessivamente ottimista e.. un poco superficiale, ma non è così. La gioia e la pace non sono il risultato delle nostre capacità di realizzarci nella vita: il Dio della speranza compie per noi l’opera che rende radioso l’avvenire e il presente.

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  • Matteo 5, 14

    di Antonio Adamo

    «Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta»
    Sono parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli, chiamati a testimoniare il Vangelo nel mondo. Non si tratta di una luce propria che si possa manifestare in virtù di qualche rito o con la ripetizione di formule religiose; non è neppure la luce della sapienza umana, acquisita con l’esperienza e lo studio. E’ qualcosa di originale e grande: l’annuncio al mondo, con parole e azioni, dell’amore di Dio giunto fino a noi nella persona di Gesù Cristo.

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