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Il Vangelo ci parla 5
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Salmo 103,2
di Fulvio Ferrario
«Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare alcuno dei suoi benefici»
Il versetto è noto soprattutto perché utilizzato da molti come preghiera a tavola: esso ci viene oggi presentato come motivo conduttore liturgico e spirituale della 15a domenica dopo Pentecoste e della settimana che con essa si inizia. Il «tema» indicato è la gratitudine. Ma un testo biblico non è mai riducibile a un «tema», a maggior ragione se si tratta di una preghiera. L'asse del versetto è costituito dai due imperativi, Benedici e non dimenticare. Il loro rapporto è assai più profondo del semplice accostamento, a prima vista suggerito dalla congiunzione «e»: la memoria è la sorgente della gratitudine che benedice il Signore. -
Esodo 3,2.4.6.10
di Giovanni Anziani
«L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava. ... Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: “Mosè! Mosè!” Ed egli rispose: “ Eccomi ”. ... “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d’Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe ... Or dunque va'; io ti mando dal faraone perché tu faccia uscire dall’Egitto il mio popolo, i figli d'Israele”».
Chi fu Mosè? È un po’ difficile ricostruire la sua biografia, ma leggendo i racconti della Bibbia il fatto determinante la sua vita fu certamente l’incontro con Dio, nel deserto. -
Atti degli apostoli 8,30-31
di Giovanni Anziani
«Filippo accorse, udì che quell’uomo leggeva il profeta Isaia, e gli disse: “Capisci quello che stai leggendo?” Quegli rispose: “E come potrei, se nessuno mi guida?” E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui.»
Nella primitiva chiesa cristiana di Gerusalemme si era costituita una particolare vita comunitaria: «Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune...» (Atti 2,44). Così era diventato indispensabile organizzare la chiesa dividendo il servizio della predicazione del vangelo, affidato agli apostoli, e l’assistenza quotidiana alle vedove. Per l’assistenza vennero eletti sette diaconi. Tra questi vi era Filippo, un diacono che operava per sollevare le sofferenze altrui. -
Giobbe 19,25
di Giovanni Anziani
«Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere»
Il personaggio biblico qui citato si chiama Giobbe. La sua storia è una lotta contro la sofferenza. Lo incontriamo in un libro della Bibbia molto complesso. Qui si racconta della prosperità del protagonista, ma una prosperità che è messa in discussione dall’avversario di Dio: Satana. Secondo tale avversario Giobbe è fedele a Dio perché ne trae un vantaggio, Giobbe ama Dio perché è un privilegiato dalla protezione divina. -
Levitico 24,23
di Giovanni Anziani
«Avrete una stessa legge tanto per lo straniero quanto per il nativo del paese; poiché io sono il Signore vostro Dio»
Parlare oggi di stranieri ci può condurre ad affrontare la questione molto complessa. ma ogni giorno abbiamo notizie di manifestazioni di grave intolleranza e di razzismo. Nel libro del Levitico ci è detto che l’accoglienza è qualcosa di molto più profonda della semplice ospitalità: è l’unica legge per regolare la vita civile. Questa unica legge è espressa molto bene nella famosa frase: Ama il tuo prossimo come te stesso! Potrà sembrare strano parlare di amore quando siamo tante volte coinvolti in conflitti sociali ed etnici tanto che qualcuno ha detto che una giustizia dettata dall’amore assomiglia ad una ingiustizia!