8 per mille
L'8 per mille alla Chiesa valdese

Prendendo la decisione di avvalersi della legge 25 marzo 1985, n. 121 (ratifica ed esecuzione degli accordi firmati il 18 febbraio 1984 tra lo Stato Italiano e la Chiesa cattolica romana) e di accedere alla riscossione dell'8 per mille, il sinodo ha fissato alcuni criteri fondamentali: le somme riscosse non sarebbero state utilizzate per fini di culto, restando interamente a carico delle chiese il mantenimento dei pastori e le attività cultuali. I fondi ottenuti avrebbero avuto come finalità sostenere progetti di natura assistenziale, sociale e culturale in Italia e nel mondo. Per quanto riguarda le somme destinate all'estero il sinodo ha stabilito di aumentarle la percentuale dal 30 al 50%.Si è altresì deciso di rendere pubblici sui mezzi di comunicazione l'entità della somma ricevuta e il dettaglio degli interventi finanziati.
La definizione delle politiche e i criteri di gestione dell'8 per mille sono stabiliti dal sinodo.L’organo preposto alla decisione finale sulle assegnazioni dei fondi ai vari progetti è la Tavola valdese. Essa si avvale per analizzare i progetti pervenuti e definire la loro congruità di una apposita commissione.
Mentre prevedibilmente sarebbero stati i cittadini evangelici ad avvalersi della legge dell'8 per mille per quello che riguarda la propria confessione, è accaduto che nel corso del tempo una crescente quota di cittadini non evangelici hanno firmato a favore delle chiese metodiste e valdesi. Si tratta di un fenomeno interessante che è stato analizzato da una serie di inchieste.