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Comunione ecclesiale tra le chiese protestanti

Concordia di Leuenberg

La Concordia di Leuenberg (collina presso Basilea dove sorge un centro di incontro della locale Chiesa riformata) è stata sottoscritta il 16 marzo 1973 tra chiese luterane, riformate e unite d’Europa, al termine di un processo pluriennale avviato all’interno della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, su iniziativa, in particolare, del teologo Lukas Vischer. Essa sancisce la piena comunione ecclesiale tra le chiese che hanno apposto la loro firma. Ciò significa che ogni chiesa, mantenendo la propria specificità, riconosce nell’altra la chiesa di Gesù Cristo, una, santa, cattolica e apostolica. Ciò permette, tra l’altro, la condivisione della cena del Signore e il reciproco riconoscimento dei ministeri, superando le divisioni interne al protestantesimo, in particolare tra luterani e riformati.

Nel 1994 le Chiese metodiste europee hanno accolto il modello ecumenico della Concordia e sono entrate in quella che oggi si chiama Comunione di Chiese Protestanti in Europa, che oggi riunisce più di cento chiese evangeliche. Alcune Chiese luterane europee (Svezia, Finlandia) non hanno finora ritenuto di poter sottoscrivere la Concordia.
Il modello ecumenico della Concordia di Leuenberg si basa sull’art. VII della Confessione di Augusta (luterana, 1530) e sull’articolo XVII della Seconda Confessione Elvetica (riformata, 1562): la vera chiesa è presente (e dunque: la comunione ecclesiale è possibile) laddove si diano una comune comprensione dell’Evangelo e dove i sacramenti siano correttamente amministrati. Differenti teologie possono essere compatibili, laddove sussistano questi presupposti.

Ciò ha permesso al protestantesimo di costituire una forma visibile di unità della chiesa nella diversità delle chiese: quest’ultima viene vissuta come ricchezza di diversi contributi e non come fattore di divisione. Il modello di Leuenberg si differenzia dalla visione dell’unità caratteristica del cattolicesimo romano (e, in forma diversa, dell’ortodossia): quest’ultima ritiene, infatti, che perché si dia la vera chiesa è necessaria anche una determinata comprensione del ministero, quella articolata intorno al modello di ministero episcopale che queste chiese considerano “storico”, cioè risalente agli apostoli.