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di Roberto Davide Papini

Il Servizio cristiano di Riesi in Sicilia compie sessant’anni di attività

Torre Pellice, 21 Ottobre 2021

«Siamo convinti che non possiamo rinunciare all'annuncio del vangelo". Gianluca Fiusco è il direttore del Servizio cristiano di Riesi (Caltanissetta) e puntualizza subito che al centro delle attività educative e sociali di questa vivace realtà fondata da Tullio Vinay sessant’anni fa c'è "l'utopia dell'agape di Cristo». Il tutto secondo tre principi base: solidarietà attiva, contrasto all'illegalità e alla mafia, sviluppo sostenibile.

Dal 22 al 24 ottobre si svolgono le celebrazioni per i primi sessant’anni dell'opera, con un programma che prevede per venerdì 22 (alle ore 17) un dibattito sul passato e sul futuro del Servizio cristiano con Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese; Giuseppe Platone, pastore valdese e già direttore del Servizio cristiano e lo stesso Fiusco, con Nunzio Cosentino e Georgia Betz come moderatori. I festeggiamenti si concluderanno domenica 24 (ore 11) con il culto.

Fiusco, come definire il Servizio cristiano di Riesi?

«Siamo un'opera diaconale della Chiesa valdese, non vogliamo essere un'azienda. Siamo a Riesi, ma non di Riesi». 

In che senso?

«Nel senso che l'utopia dell'agape di Cristo ha portato negli anni a realizzare servizi anche ai territori limitrofi, ma questa testimonianza va oltre Riesi e spesso anche oltre la Chiesa valdese, arrivando a chiese del Nord Europa, a realtà dell'Australia o del Madagascar. Una rete di persone di fedi, lingue e culture diverse».

Centrale è l'impegno educativo

«Seguiamo due scuole e mezzo, una scuola dell'infanzia, una primaria e un micro-nido. Totale 160 bambini e bambine: tra quelli e quelle dagli 0 ai 10 anni oltre il 30% vive nel territorio di Riesi. Fare scuola con loro significa prenderci cura della loro crescita, con una didattica inclusiva, “montessoriana” ma non solo. Ci occupiamo di interventi precoci per chi presenta bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell'apprendimento. Interventi che noi possiamo fare perché abbiamo un centro diagnostico riabilitativo per ogni fascia di età. Le attività sul sociale e riabilitativo sono utilizzate anche da bambini e bambine di Agrigento e di Ragusa».

Altro fronte, comunque collegato a quello educativo, è quello della legalità

«Da alcuni anni abbiamo ricevuto in affidamento un bene confiscato a Cosa Nostra, un immobile dove realizziamo un laboratorio umano di rigenerazione territoriale, una scuola estiva per architetti e operatori del sociale per riprogettare quello spazio. Poi ci sono altri laboratori di analisi sociale, laboratori educativi per i bambini. Ma quest'anno il programma è ancora più articolato».

Per esempio?

«Abbiamo aperto uno sportello per il lavoro rivolto ai giovani, in un contesto in cui i dati sulla disoccupazione giovanile sono impressionanti».

Com'è svolgere questo lavoro così prezioso nel sociale in una terra di mafia?

«Ci sono stati segnali diversi giunti dalla mafia che non sempre ha utilizzato una strategia di impatto, ma puntano ad accerchiarti e isolarti per metterti in un angolo. Ci sono stati attacchi gratuiti, immotivati, lettere minatorie. La nostra attività antimafia si porta avanti nella nostra attività didattica. Abbiamo a scuola figli di persone legate alla mafia. Condanniamo il peccato, ma siamo sempre disposti al dialogo con il peccatore. Non vuol dire essere meno rigorosi. Siamo chiamati a dare il nostro esempio».

Che messaggio parte da Riesi alla Chiesa valdese?

«Spero che la nostra chiesa sia fiera di noi, abbiamo bisogno delle preghiere delle sorelle e dei fratelli».