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Il discorso del pastore Peter Ciaccio durante la cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del comune di Palermo

Torre Pellice, 26 Ottobre 2020

Il 26 ottobre, alle ore 11, presso il Palazzo delle Aquile di Palermo si è tenuta la cerimonia ufficiale per il conferimento della cittadinanza onoraria al pastore metodista Peter Ciaccio da parte del Sindaco Leoluca Orlando. 

Durante la cerimonia Ciaccio he tenuto un discorso (qui riportato integralmente) in cui, richiamando le parole del profeta Geremia, ha posto l’accento sull’importanza di cercare il bene della propria città da cui dipende anche il nostro bene di cittadini e cittadine. 

«È interessante rilevare che questa città di Palermo - ha detto il pastore - ha, almeno in parte, capito una cosa: dal bene degli stranieri dipende il proprio bene. Contro le tendenze paranoiche, distruttive e autodistruttive di una buona parte dell’Italia e dell’Europa nei confronti delle donne e degli uomini che provengono da altri paesi, ma che lavorano ogni giorno per il bene della città che li ospita, questa città di Palermo ha risposto accogliendo. Lo fanno le chiese, lo fanno le tante associazioni di cittadini e cittadine e lo fanno anche le istituzioni quando conferiscono la cittadinanza onoraria al vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm, presidente dei protestanti tedeschi, e agli equipaggi delle navi “Sea Watch”, “Mare Jonio” e “Accursio Giarratano”, che hanno operato e operano per salvare chi rischia di affogare in mare nel viaggio verso una vita migliore». 

Ciaccio ha poi collocato il suo impegno a favore della città nel solco di altri grandi figure del passato che lo hanno preceduto: da Giorgio Appia, il fondatore della chiesa valdese di Palermo, collaboratore di Henri Dunant, ideatore della Croce Rossa Internazionale a Pietro Valdo Panascia, il primo esponente di una chiesa cristiana ad alzare la voce contro la mafia. «Chi mi ha preceduto - ha proseguito - non è venuto qui come un esule di passaggio, in attesa di approdare in lidi migliori, ma ha dimostrato quanto una piccola minoranza può dare alla città, senza necessariamente conquistarla, senza attendersi che la città si conformi alla propria visione del mondo». E a proposito di minoranze il pastore ha voluto dedicare un pensiero anche alle persone omoaffettive: «Palermo è una città che accoglie più di altre le persone omosessuali, senza distinguo e senza smentite, dove il Pride è una festa di tutti e tutte, dove si celebrano unioni civili con gioia partecipata, dove le famiglie arcobaleno possono contribuire al bene della città. La Veglia ecumenica per il superamento dell’omotransfobia è uno degli esempi più belli di collaborazione tra cittadini e cittadine, senza distinzione di fede né di orientamento sessuale, dove la dimensione religiosa si sposa con la dimensione civile, senza confusione né prevaricazione dell’una sull’altra. Tutto per il bene della città»