I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

di Sabina Baral

Chiese di quattro continenti si sono ritrovate nel culto di Pentecoste promosso dalla Chiesa evangelica dell’Assia e Nassau in collaborazione con le sue chiese partner

Torre Pellice, 3 Giugno 2020

A Pentecoste si celebra non solo il dono dello Spirito Santo ma anche la nascita della chiesa cristiana. Pentecoste è dunque una festa ecumenica in cui si celebra l’unità. Con queste premesse la Chiesa evangelica dell’Assia e Nassau ha deciso di organizzare, il 1 giugno, un momento di incontro, riflessione e preghiera con le sue chiese partner. Un appuntamento virtuale, su piattaforma zoom, in cui credenti di nazionalità diversa, incoraggiati dal messaggio di Pentecoste, hanno provato a guardare al futuro con speranza e coraggio. Un modo per riaffermare la fraternità tra lingue e culture differenti in un momento difficile, segnato dall’impatto del covid-19 sulla vita di tutti e dall’incertezza che ne consegue. La comunicazione digitale non può certamente sostituire gli incontri personali ma aiuta a rimanere in contatto e a mantenere vivi i legami di fiducia.

Rapporti stretti e antichi legano la Chiesa valdese a quella dell’Assia e Nassau, frutto di un lavoro di riconciliazione che ha fatto seguito alla Seconda guerra mondiale e che consente una collaborazione significativa ancora oggi.

Nella celebrazione è intervenuta anche la moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta che, insieme ad altri leader ecclesiastici europei, americani, asiatici e africani, è stata chiamata a condividere una storia di speranza. La moderatora ha rievocato l’immagine di una grande città, normalmente affollata da turisti, suoni e rumori e oggi divenuta spettrale dove sono visibili solo più gli invisibili: “Invisibili per gli altri, una priorità per chi è capace di rischiare e agire a favore della dignità delle persone anche quando la situazione si fa incerta e appare così difficile riconoscere che chi ha bisogno, specialmente se è molto diverso da noi, è prima di tutto un essere umano che merita rispetto”. Ed è qui che la moderatora ha ricordato l’impegno di un piccolo gruppo di volontari metodisti e valdesi di Roma che, nonostante il lockdown, ha continuato ogni domenica mattina a svolgere il suo servizio per i senzatetto. Il progetto, denominato “breakfast time” e organizzato dalla chiesa metodista di Roma, ha vinto ogni restrizione e resistenza ed è proseguito consentendo ai senza fissa dimora di piazza della Repubblica e delle zone limitrofe di ricevere una colazione calda. “Cuori e occhi aperti”, li ha definiti Trotta, promotori di speranza che “scaturisce quando alleniamo noi stessi ad ascoltare il suono gentile e potente delle semplici azioni di pace, solidarietà e amore che lo Spirito del Signore non cessa di ispirarci ogni giorno ovunque ci troviamo”. Un guardarsi negli occhi gli uni gli altri che è stato ricordato anche da altri fratelli e sorelle presenti al culto tra cui lo stesso presidente della Chiesa evangelica dell’Assia e Nassau che ha ribadito l’importanza di proteggere, in questa pandemia, chi è più vulnerabile “perché le persone vengono prima del profitto”.

Un bel momento di solidarietà e condivisione fraterna che si aggiunge ai tanti messaggi e aiuti che le chiese metodiste e valdesi stanno ricevendo, in questi mesi, dai propri partner internazionali. Ma soprattutto una testimonianza autentica di come solo insieme si possa far fronte alla pandemia e rivolgere le nostre preoccupazioni e speranze a Dio.