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di Ilaria Valenzi

Chiesa, potere, politica al centro della conferenza ecumenica autunnale delle Chiese evangeliche riformate di Berna - Jura - Solothurn 

Torre Pellice, 8 Novembre 2019

“Chiesa, potere, politica”: questo il tema scelto per la Conferenza ecumenica autunnale 2019 organizzata dalle Chiese evangeliche riformate di Berna - Jura - Solothurn e svoltasi lo scorso 2 novembre presso la Rotonda della chiesa cattolica della Trinità. Un’occasione per approfondire alcuni dei nodi centrali del rapporto tra decisioni politiche e ruolo delle chiese e per dibattere sull’esercizio del potere pubblico come strumento per il perseguimento di finalità nell’interesse della collettività.

A sottolineare la rilevanza dell’incontro e al contempo il reciproco riconoscimento in un rapporto paritario, hanno preso parte all’evento rappresentanti delle istituzioni pubbliche e delle denominazioni cristiane coinvolte. All’indirizzo di saluto di Marina Carobbio Guscetti, Presidente del Consiglio Nazionale, camera bassa del Parlamento svizzero, sono seguiti due key note speech a cura del pastore Res Peter, Vicedecano della Chiesa riformata cantonale di Zurigo e del Prof. Markus Müller, docente di diritto amministrativo dell’Università di Berna. Capacità critica della chiesa nei confronti dell’uso politico del potere, ma anche riconoscimento dell’esercizio che del potere fa la chiesa sono stati i temi portanti delle riflessioni, contestualizzate in termini di analisi dell’azione politica storicamente svolta dalla chiesa in Svizzera.

Non solo ricezione di contenuti, ma anche spazio per il dibattito. Nel contesto di due “Arene”, ospiti politici di ogni schieramento si sono sottoposti per circa due ore all’interrogazione di una plenaria decisamente partecipata su alcune delle tematiche attualmente al centro del dibattito politico svizzero e sulle quali la chiesa ha inteso prendere posizione: la questione del matrimonio egualitario, la crisi ambientale, l’adesione di società e multinazionali a codici di comportamento a tutela dei diritti umani, la questione migratoria. 

Ed è proprio nell’ambito della migrazione che la Conferenza ha inteso ospitare un contributo da parte della chiesa italiana, mediante un workshop sul progetto dei corridoi umanitari e in generale sul lavoro diaconale e di advocacy sulle migrazioni che la chiesa valdese e la Federazione delle chiese evangeliche in Italia hanno intrapreso da tempo. Unanime l’apprezzamento per i risultati raggiunti e diffuso l’interesse per una buona pratica che si candida a diventare una linea di azione strategica condivisa a livello europeo. Da più parti è stata rilevata l’efficacia di un’azione multilivello, capace di radicarsi territorialmente grazie al fondamentale lavoro di accoglienza svolto da chiese e strutture diaconali e di proiettarsi verso l’alto, con un’azione di pungolo nei confronti della politica governativa e di testimonianza dell’impegno responsabile dei credenti nella società. Non ultimo, è stato rilevato il valore aggiunto della natura ecumenica del progetto corridoi, rimarcando la necessità anche in Svizzera di un maggiore impegno nel senso della concretezza delle azioni comuni. Necessità sottolineata anche in relazione all’opportunità che una chiesa tradizionalmente rilevante e istituzionalizzata si faccia promotrice di linee progettuali simili anche nel proprio territorio.