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di David Trangoni

Si è conclusa a Velletri (Roma) la Consultazione delle chiese metodiste italiane

Torre Pellice, 26 Maggio 2019

Ogni anno la Consultazione metodista mette a disposizione delle chiese italiane un tempo di condivisione di idee e di modalità per portare avanti la missione evangelica in Italia. Una possibilità di confrontarsi in modo ampio su tematiche sociali e sull’azione delle comunità. Quest’anno dal 24 al 26 maggio al centro Ecumene di Velletri si è parlato di evangelizzazione, di ambiente e di povertà, oltre a discutere sullo stato di salute della nostra testimonianza.

“È stata una Consultazione molto partecipata. Le sorelle e i fratelli delle chiese metodiste, e non solo, sanno che durante questo appuntamento possono portare la loro esperienza personale di fedeli e arricchirsi con quelle altrui - dice la pastora Mirella Manocchio, presidente del Comitato permanente dell’Opcemi, l’opera per le chiese metodiste in Italia - e quest’anno in particolare ho notato un coinvolgimento maggiore, più corale”.

Circa sessanta persone hanno animato i lavori, con delegati delle chiese locali, rappresentanti di comitati e alcuni ospiti, tra cui i pastori Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola Valdese, e Barry Sloan, che ha portato un contributo originale in tema di innovazione del servizio comunitario. “Il pastore Sloan rappresentava a Velletri la Chiesa metodista di Gran Bretagna - spiega Manocchio - ma lavora da anni a Dresda, in Germania. La sua esperienza in un contesto altamente secolarizzato come quello della ex Germania dell’Est gli ha permesso di comprendere l’efficacia di nuove modalità di servizio, definite ‘fresh expressions’”.

Con questo termine si intendono le nuove espressioni della vita comunitaria che all’estero stanno avendo grande successo. “Si tratta di modi diversi per approcciare le persone nei contesti contemporanei - continua Manocchio - abbandonando il sistema attrattivo del protestantesimo storico per adottarne uno che definirei ‘missionale’, più vicino a quello del metodismo originario, che andava incontro alle persone, invece di aspettarle soltanto nei luoghi e nei tempi tradizionali del culto”.

Il filo rosso della Consultazione si può riassumere nella domanda “Cosa vuol dire per noi, comunità di credenti, invocare il nome di Dio oggi?”.

Nuove sfide, infatti, attendono le chiese sul piano dell’azione sociale: “A Velletri abbiamo preso in considerazione temi di attualità su cui le nostre chiese si interrogano da anni, come i cambiamenti climatici e la miseria dilagante - continua Manocchio - riprendendoli però nella domanda generale sul senso del nostro impegno come credenti qui e ora. Una questione fondamentale che ci impone di ripensare come e dove spendiamo le nostre forze, nella prospettiva di una valorizzazione del nostro patrimonio e dei doni che ci sono stati messi a disposizione”.

Su questa falsariga è stato anche il culto inaugurale, presieduto dal pastore Peter Ciaccio su Matteo 5, 13-16, “un testo che ci invita anzitutto all’esplicitazione della nostra fede - scrive Ciaccio -. Dal tipo di luce che scaturirà dalle nostre azioni dipenderà la reazione di chi la vedrà”.