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Basilea: in corso l’Assemblea della Comunione di chiese protestanti in Europa

Torre Pellice, 15 Settembre 2018

È suggestiva la collocazione della VIII Assemblea della Comunione di chiese protestanti in Europa (CcpE), che si è aperta ieri a Basilea: i partecipanti, in rappresentanza di diverse decine di chiese luterane e riformate d’Europa, lavorano all’interno della cattedrale (il Münster), che con le sue vetrate, in queste giornate di nubi e pioggia, richiede luci supplementari. Sono quelle delle candeline che illuminano il tavolo di ognuno e ognuna, magari affiancate dalla luce freddina del personal computer: una commistione di antico e ultramoderno che rimanda alle varie epoche di questa comunione di chiese: dall’epoca della Riforma, e delle controversie che essa portò con sé (fra le prime, quella sul libero/servo arbitrio, che oppose Lutero ed Erasmo da Rotterdam, peraltro qui sepolto) fino a oggi, quando la Comunione nata dalla Concordia di Leuenberg (1973, la località è nei pressi di Basilea) si trova a individuare le linee per presentarsi con una certa unitarietà nell’ambito ecumenico.

Qui sta proprio una delle prime e fondamentali domande, poste fin dall’inizio dei lavori in plenaria, aperti ieri con relazione del presidente Gottfried Locher: i documenti preparatori sono piuttosto densi, ma più di tutti ha rilevanza il documento teologico relativo alla «Comunione ecclesiale»: questa è, in effetti, la motivazione che ha portato le chiese riformate e luterane a sottoscrivere la Concordia: a partire dall’articolo 7 della Confessione di Augusta del 1530, «la comunione ecclesiale riposa sul consenso riguardo alla predicazione dell’evangelo e ai sacramenti, perché questi due sono gli elementi che costituiscono la chiesa» (cfr. F. Ferrario, introduzione al documento La chiesa di Gesù Cristo, Claudiana, 1996).

Ora, fino a che punto le singole chiese rappresentate nella Comunione riescono a ritenere come vincolanti i presupposti di un loro agire comune? Su questo documento ci si aspetta una discussione costruttiva, e ancor più ci si aspetta che le chiese ne prendano atto e ne considerino i contenuti, da qui fino alla prossima Assemblea. Il testo è molto ampio e complesso, e si struttura secondo una duplice sfida: da un lato l’attesa delle altre chiese, che si chiedono quale sia la «portata ecumenica» della CcpE in ambito ecumenico; d’altra parte, dall’interno, si ritiene che la comunione non possa essere legata solo al proprio «nocciolo duro» (la predicazione e l’amministrazione dei sacramenti, di cui sopra): si vorrebbe che il raggio d’azione si allargasse, anche con un maggiore sforzo organizzativo. Come essere chiese insieme, in Europa, dunque, con organizzazioni e ecclesiologie diverse?

Altro grande obiettivo però, per il prossimo Consiglio sarà quello del rapporto con le religioni non cristiane e il dialogo con le denominazioni evangeliche che non fanno capo alla Comunione. Udita nella mattina la relazione del segretario uscente Michael Bünker, a cui succede Mario Fischer, secondo un’organizzazione che cambierà anch’essa (dopo questa assemblea per la prima volta il lavoro del Consiglio sarà affiancato da un segretario generale a tempo pieno e senza alcun altro incarico ecclesiastico), il lavoro procede da questo pomeriggio in gruppi tematici che partono dai documenti preparatori; oltre al testo sulla «Comunione ecclesiale», saranno studiati quello su «Migrazione e comunione ecclesiale» e quello relativo alla «Teologia della diaspora», che prende le mosse dall’esigenza di fare i conti con una cultura e società europee ampiamente secolarizzate, dove i credenti cominciano a sentirsi minoranza.

In questo particolare ambito è abbastanza particolare l’esperienza della Chiesa valdese (e in effetti più di un riferimento alla storia valdese è presente nel testo di partenza), la quale, a fronte di Chiese di grandi dimensioni in Svizzera e Germania, si presenta con un nucleo «storico» nelle valli valdesi affiancate dalla presenza in varie città medio-grandi ma anche nella diaspora. Sono presenti per le chiese italiane il pastore Pawel A. Gajewski, membro supplente del Consiglio della CcpE; la pastora Mirella Manocchio, presidente del Comitato permanente dell’Opera per le chiese metodiste; Sabina Baral su invito del Consiglio CcpE e il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia. I lavori proseguono fino alla mattina di martedì 18 settembre; nel pomeriggio della domenica avranno luogo le elezioni delle cariche istituzionali; la domenica mattina si terrà il culto nella cattedrale, a cui parteciperanno anche i membri della Chiesa evangelica valdese di Basilea e diaspora.

Tratto da Riforma.it