Riscrivere il DNA
La Conferenza delle chiese europee discute sulla ricerca genetica
Torre Pellice, 2 Marzo 2018
La
ricerca genetica, che a lungo è stata fatta oggetto di romanzi e film di
fantascienza, è enormemente progredita negli ultimi decenni. Oggi è possibile
tentare modificazioni genetiche a scopo terapeutico in maniera molto più
precisa che in passato, anche grazie all’emergere di una tecnica definita CRISPR/
Cas-9. Questo fatto ha inevitabilmente sollevato la questione di se e come tali
tecnologie debbano essere usate su esseri umani. Da più parti si invoca
l’applicazione del principio di precauzione per le applicazioni di tali
tecnologie e si sostiene che debba essere mantenuta una chiara linea di
demarcazione tra interventi a scopo terapeutico (in gran parte leciti, ma solo
se riferiti alla linea somatica, che riguarda il singolo individuo e non si
trasmette alle generazioni future) e interventi a scopo di potenziamento
(sempre vietati).
Questi temi sono stati discussi in un convegno di due giorni tenutosi a Parigi il 27 e 28 febbraio scorsi organizzato dal gruppo di ricerca sulla bioetica della Conferenza delle chiese europee, di cui fa parte il prof. Luca Savarino, coordinatore della Commissione bioetica delle Chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia. Al convegno hanno partecipato scienziati (tra cui il prof. Robin Lovell-Badge del celebre Francis Crick Institute di Londra), teologi protestanti, cattolici e ortodossi (segnaliamo la presenza, in ambito protestante, del teologo luterano Peter Dabrock), filosofi e giuristi provenienti da tutta Europa.
Nel
corso del convegno si è discusso del potenziale terapeutico delle tecniche di genome editing, ma anche delle
principali questioni etiche che esse sollevano, in particolare riguardo alle
modificazioni della linea umana germinale, che possono essere trasmesse alle
future generazioni, e delle sfide legislative che riguardano l’applicazione di
tali tecniche. In particolare, si è discusso del modo in cui si dovrebbe
comunicare e del modo in cui si dovrebbe deliberare sulle linee di ricerca che
vengono perseguite nei laboratori scientifici di tutto il mondo. Le questioni
di comunicazione di deliberazione, infatti, diventano enormemente rilevanti di
fronte a discussioni gravate da un tasso di tecnicismo così elevato che sembra
rendere difficile la partecipazione dei cittadini a decisioni che, pure, non
possono venir lasciate unicamente agli esperti.