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di Claudio Tron

Torre Pellice, 5 gennaio 2018

Il 4 gennaio si è spenta a Pinerolo (To) la professoressa Marcella Gay.

«Chiedetemi tutto quel che volete; io ve lo racconto, ma non chiedetemi di scrivere la mia autobiografia».

Mi arrabbiavo un po' quando Marcella Gay mi diceva questo e adesso che non c'è più mi coglie una profonda tristezza, anche perché, non abitando a Pinerolo, ho approfittato poco della sua disponibilità a raccontare. Sapeva tutto sulla Resistenza partigiana, sulla storia dell'istruzione in Italia dopo la seconda guerra mondiale, sulla Chiesa valdese. Erano tutti campi in cui era stata attiva, come giovane poco più che ventenne, come docente di grande valore, come credente impegnata, come membro della Tavola valdese apprezzata sia dalla parte più conservatrice della chiesa sia dai sessantottini. Le sue battute un po' dissacranti con tutti facevano sì che nessuno potesse considerarla come partigiana della propria parte ma nemmeno come ostile e schierata sull'altro fronte.

L'ho avuta come insegnante all'Istituto Magistrale di Pinerolo. Fin dalle prime classi che le erano affidate, quindi anche a ragazzini quindici-sedicenni, chiedeva di tenere delle “conferenze” per abituarci a organizzare la trattazione di un tema e a esporla davanti a un uditorio. Lei sapeva farsi ascoltare, ma per chi si prepara a insegnare non basta ascoltare chi sa parlare. Occorre imparare a parlare. Poi passò al Liceo e, dopo il pensionamento dallo Stato, al Collegio valdese di Torre Pellice come insegnante volontaria e diacona. Proprio ieri un suo alunno del Liceo di Pinerolo mi parlava di tutto quello che aveva ricevuto dal suo insegnamento. Marcella, per troppa umiltà, non ha voluto scriverlo. Peccato.

Il funerale sarà celebrato lunedì 8 gennaio alle ore 11 nel tempio valdese di Pinerolo.