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  • Giona 1: 7-12

    di Enrico Benedetto

    «I marinai si dissero: "Tiriamo a sorte per sapere chi ci porta sfortuna attirando la tempesta". E fu estratto Giona. Gli chiesero: (...) "Qual è il tuo Paese e il tuo popolo?” Rispose: “Sono ebreo e temo il Signore, il Dio del cielo che ha fatto il mare e la terra ferma”. (...) e spiegò che scappava per sfuggire al Signore.»
    Profeta refrattario, Giona confessa su ingiunzione la propria origine e la propria fede.

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  • Giona 1:4-6

    di Enrico Benedetto

    «Ma il Signore lanciò un gran vento sul mare, e si levò sul mare una gran tempesta. (...) I marinai ebbero paura; ciascuno levò grida al suo dio (...). Giona scese nella stiva del battello, si coricò e si addormentò (...)».
    Giona persiste nella sua contrarietà a parlare con Dio, insiste nel fuggire da Lui; nonostante la tempesta rischi di provocare un naufragio, i marinari impauriti pregano i loro dei, egli scende nella stiva a dormire.

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  • Giona 1: 1-3

    di Enrico Benedetto

    «La parola del Signore pervenne a Giona, figlio di Amittai: "Alzati, va’  a Ninive, la gran città, e lancia un proclama contro di essa, poiché il male che ha compiuto è giunto fino a me". Allora Giona volle fuggire a Tarsis per scampare al Signore. (...)».
    Giona esordisce nella Bibbia come il disertore di Dio affrettandosi a far perdere le tracce a un Signore importuno e molesto. Alle missioni Giona risponde con le dimissioni. Si rifiuta di parlare al Dio che gli parla. Allontanarsi non gli riuscirà. A dire il vero, riesce difficilmente anche a noi.

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  • Non impareranno più la guerra

    di Marcello Salvaggio

    «Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra.» (Isaia 2,4)
    Ciò che colpisce della profezia di Isaia è che si dica che le nazioni non impareranno più la guerra. Non che non la insegneranno più, che smetteranno di praticarla, ma che non la impareranno, cioè saranno rese estranee a questa logica.

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  • I fuochi della libertà

    di Marcello Salvaggio

    «Il Signore andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli lungo il cammino; di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, perché potessero camminare giorno e notte». (Esodo 13:21)
    La libertà non è un’acquisizione una volta per tutte, ma un cammino. Ce lo insegna la storia del popolo d’Israele. L’esperienza di libertà non si esaurì nell’attraversamento del Mar Rosso, ma prese corpo nei lunghi anni di cammino nel deserto.

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