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  • Giona 4,10-11

    di Daniele Garrone

    «Il Signore disse a Giona: "Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città ...
    Non sappiamo se e come abbia risposto Giona. Il libro finisce qui, forse appositamente, perché sia il lettore a rispondere.

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  • Salmo 73,28

    di Daniele Garrone

    «Quanto a me, il mio bene è la vicinanza di Dio; ho cercato nel Signore il mio rifugio
    Dio si fa vicino fino ad afferrare te, proprio tu che stavi allontanandoti per sempre, Egli non mollerà più la presa

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  • Salmo 51, 15

    di Daniele Garrone

    «Voglio insegnare ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno
    Chi può insegnare qualcosa è chi sa di essere un peccatore perdonato, colui che ha scoperto che Dio lo cercava nel suo smarrimento, nella sua rivolta, nel suo rifiuto, nel suo vedere soltanto se stesso.

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  • Proverbi 30,2-4

    di Hiltrud Stahlberger

    «Parole di Augur: Certo, io sono più stupido d’ogni altro e non ho intelligenza d’un uomo. Non ho imparato la sapienza e non ho la conoscenza del Santo. Chi è salito in cielo e n’è disceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? ... Lo sai tu?»
    Ci si chiede se queste parole non siano l'espressione di una persona umile che rimane a bocca aperta, contemplando le meraviglie della creazione, traendone la conclusione che l’intelligenza umana è troppo limitata per cogliere la saggezza di Dio, che ha creato il macrocosmo e il microcosmo.

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  • Proverbi 14,13

    di Hiltrud Stahlberger

    «Anche ridendo, il cuore può essere triste. E l’allegrezza può finire in dolore
    La prima parte del proverbio esprime un’esperienza abbastanza diffusa: c’è una differenza fra ciò che facciamo vedere agli altri e ciò che proviamo nei nostri cuori. Dio stesso guarda dietro le nostre maschere con uno sguardo comprensivo e caloroso.

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