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  • Matteo 5, 11-12

    di Emanuele Fiume

    Il Signore Gesù Cristo dice: «Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi
    L’ultima delle beatitudini, delle certezze di consolata beatitudine per gli ascoltatori e per i discepoli, l’unica in seconda persona: “Beati voi”. Beati voi, perché soffrirete direttamente a causa della vostra appartenenza a Gesù Cristo, perché soffrite per la reazione del mondo al fatto che appartenete a lui. È l’unica beatitudine assicurata per chi si trova in una situazione “per causa di Gesù”. E questa situazione è la persecuzione.

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  • Matteo 5, 10

    di Emanuele Fiume

    Il Signore Gesù Cristo dice: «Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli»
    Non vi è una specificazione della giustizia, giustizia umana o giustizia divina. Si tratta di quella giustizia che nasce dalla giustizia di Gesù e che, mediante, i credenti, viene condivisa nel mondo. Ma anche di quella giustizia anelata e condivisa dai più deboli, che trova nella giustizia di Gesù il suo senso e la sua vittoria. Quella giustizia che fa sì che il credente sia libero di spendersi per una causa giusta.

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  • Matteo 5, 9

    di Emanuele Fiume

    Il Signore Gesù Cristo dice: «Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio»
    Il verbo “adoperarsi per la pace” si trova solo un’altra volta nel Nuovo Testamento, in Colossesi 1,20 in cui Dio, “avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce (di Cristo); per mezzo di lui (di Cristo), dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.” Chi si adopera per la pace è prima di tutto Dio, e realizza la sua pace con le cose del cielo e della terra mediante l’opera del suo Figlio Gesù Cristo.

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  • Matteo 5, 8

    di Emanuele Fiume

    Il Signore Gesù Cristo dice: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
    Il cuore, nel mondo antico, era considerato la sede non soltanto dei sentimenti, ma anche dei pensieri. Era considerato il motore delle azioni e delle scelte, tanto spontanee quanto meditate. Questa parte dei discepoli, l’origine dell’azione, deve essere puro, non doppio, non torbido, non divaricato tra apparenza e sostanza. Cioè, diretto soltanto ai buoni sentimenti? Un cuore che sceglie il bene?

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  • Matteo 5, 7

    di Emanuele Fiume

    Il Signore Gesù Cristo dice: «Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta».
    La misericordia, cioè la disposizione al perdono e all’aiuto verso il più debole, è una caratteristica di Dio. Ma l’ebraico biblico esprime questo concetto con la parola “hèsed”, che deriva dalla parola che indica gli organi interni dell’essere umano. Per esprimere un attributo divino, la Scrittura una parola dell’anatomia umana. Alcune lingue antiche e moderne hanno tradotto questa parola mantenendo una radice anatomica, il latino e italiano “miseriCORdia”, al cui cuore c’è la parola “cor”, “cuore”, orientato verso i miseri. Dio, il Misericordioso

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