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di Ulrike Jourdan

«I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade acces

Il testo che ci conduce in quest'ultima domenica dell'anno liturgico, prosegue raccontando di un servo che aspetta che il suo padrone torni a casa dopo la festa del proprio matrimonio. Quel servo viene invitato a farsi trovare vestito e con la luce accesa così che il padrone veda che si vigila a casa in sua assenza.

Il padrone, in questa parabola, è Gesù Cristo. Egli è lo sposo messianico. Invece, i credenti per i quali scrive l'evangelista Luca e anche noi oggi siamo esortati a vigilare durante la sua assenza da casa. 

Quando ci viene da dire: «Questo mondo è senza Dio!» sarebbe il giusto momento per sentire l'esortazione di Gesù rivolta a noi: «Mio servo, opera tu in mia assenza, tieniti pronto per intervenire, tieni la lampada accesa così che tutti possano vedere un po' di luce divina in questi tempi bui!»

Gesù ci ha fatto vedere come lui si immagina la vita in casa sua. Ci ha fatto vedere e sperimentare l'amore di Dio. Ci ha offerto il pane della vita e l'acqua che colma la seta. Ci ha illuminato il sentiero che conduce dalla nostra vita verso la vita eterna.

Non possiamo noi salvare il mondo o metterci al posto di Dio: non è questo che ci viene richiesto. Possiamo però aiutare a tenere aperto uno spazio in questo mondo caotico e malvagio, nel quale si possa vivere e sperimentare l'amore di Dio; e questo spazio, la casa di Dio, è la chiesa. 

Gesù, il padrone, vorrebbe che noi, i suoi servi, facessimo vedere dentro al buio di questo mondo la luce divina e che potessimo tenerci pronti per compiere la sua volontà.