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di Stefano D'Amore

«I discepoli, udito ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da gran timore. Ma Gesù, avvicinatosi, li toccò e disse: “Alzatevi, non temete”. Ed essi, alzati gli occhi, non videro nessuno, se non Gesù tutto solo.»

Nel racconto della trasfigurazione non solo il volto di Gesù si trasforma, ma anche la scena stessa. Di fronte alla Parola di Dio, che scende dalla nuvola, i discepoli cadono a terra, presi da timore. Sebbene siano spesso distratti, titubanti o a volte anche assenti, il loro istinto li porta a gettarsi per terra. Interviene la semplicità, la spontaneità del loro cuore e della loro fede: di fronte a Dio ogni protezione crolla, non resta che prostrarsi inermi di fronte alla Sua presenza e coprirsi gli occhi, proprio come avevano fatto Mosè sul Sinai ed Elia nella grotta. Non resta che ammettere la propria piccolezza di fronte a Dio, ai suoi progetti, alle sue dichiarazioni. Questo gesto è fondamentale perché permette loro, una volta alzati gli occhi, di vedere l’essenziale: non ci sono più i personaggi di prima ed è rimasto Gesù tutto solo.

Una volta ascoltata la Parola di Dio e invitati da Gesù, come i discepoli, risolleviamo il nostro sguardo perché forse proprio nella crudezza di questa immagine di Gesù tutto solo, se la osserviamo e la riconosciamo come vera, possiamo trovare una risposta. Proprio nell’essenzialità del “Gesù solo” sta la novità che ci libera. Scompaiono Mosè ed Elia, le vecchie sicurezze; la proposta di mettere le tende nei ricordi o nelle tradizioni a cui leghiamo Cristo e la nostra fede si rivelano infantili; sparisce ciò che distrae, ciò che acceca. Resta invece chiaro e nitido un solo contorno. Solo Gesù.

E non è un Gesù bambino quello che rimane, ma adulto, che riprende il suo percorso tra i villaggi della Palestina, verso Gerusalemme, verso la croce, dalla parte dei piccoli e dei deboli, spaventato e fedele. E’ un Gesù che rivela l’amore di Dio e la passione per l’incontro di chi vive attorno a lui, al di qua e al di là di ogni confine. L’unico centro da cui partire, o con il quale proseguire.